Otto anni e mezzo di carcere, divieto di esercizio della professione e divieto di utilizzo di internet per quattro anni. È questa la condanna inflitta (in contumacia) dal tribunale Gagarinsky di Mosca all’avvocato Ilya Novikov, accusato di aver diffuso fake news sull’esercito russo. Si tratta di un altro caso di applicazione dell’articolo 207.3 del codice penale, che ha ampliato, dopo l’aggressione ai danni dell’Ucraina del febbraio 2022, il raggio di azione contro i reati di opinione.


Due mesi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina Novikov rilasciò una intervista sul canale YouTube “Popular Politics” contro l’esercito russo, ritenuto responsabile dell’uccisione di decine di civili nella città di Bucha. Le parole utilizzate da Novikov sulla piattaforma online sono state dettate, secondo l’accusa, da «odio politico e inimicizia», anche perché rivolte ai «rappresentanti dei più alti organi governativi della Russia».


Già nello scorso mese di febbraio l’autorità giudiziaria chiese l’arresto dell’avvocato russo-ucraino. Provvedimento mai eseguito in quanto Novikov dal 2021 si è trasferito a Kyiv. In passato, i servizi segreti avevano aperto un fascicolo contro Novikov con un'altra accusa, quella di alto tradimento. Secondo l’Fsb l’avvocato era intento a fare il doppio gioco per “passare dalla parte del nemico”, l’Ucraina, fornendo notizie riservate. Queste le parole dei serrvizi segreti contenute negli atti contro Novikov: «È entrato nei ranghi delle Forze di difesa territoriale dell’Ucraina e fino ad ora prende parte alle loro attività».