Sono una cinquantina le cartelle cliniche sequestrate dai Carabinieri nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere un medico e un'infermiera dell'ospedale di Saronno con l'accusa di omicidio. Gli inquirenti stanno cercando di capire se Leonardo Cazzaniga e la sua amante, Laura Taroni, hanno provocato altri decessi oltre ai 4 anziani e al marito della donna. Gli indagati sono in tutto 14, tra cui 11 medici del nosocomio. "In molte conversazioni intercettate è emersa la disponibilità di farmaci anche molto pericolosi che la coppia prende negli armadi del pronto soccorso o in farmacia con ricette firmate direttamente da Leonardo Cazzaniga oppure anche da altri medici del pronto soccorso". È quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del medico di Saronno e dell'amante Laura Taroni per la morte del marito di lei e di diversi pazienti dell'Ospedale. Tra i farmaci di cui hanno sicura disponibilità - proseguono gli inquirenti - c'è l'Entumin potente anti-psicotico. Nell'ordinanza poi è riportata un'intercettazione telefonica risalente a giugno 2015 in cui il figlio della Taroni, dieci anni all'epoca dei fatti, "esprime la propria preoccupazione - annotano gli inquirenti - per essere stato obbligato da Leo (Cazzaniga) ad assumere le gocce con l'acqua". "Amore cosa è successo?", gli chiede la madre. "Che mi ha fatto prendere le gocce", risponde il bambino. "Ascoltami, amore, non fa niente, mal che vada dormi un pò di più", lo tranquillizza la madre."Farmaci somministrati in modo assurdo". Manifesta forti dubbi la responsabile del reparto di medicina legale dell'Ospedale di Saronno, Maria Luisa Pennuto, in una telefonata a un conoscente risalente al 25 maggio 2015 dopo che era stata sentita come persona informata sui fatti nell'ambito dell'indagine che ha portato all'arresto di Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni per le morti del marito di lei e al pronto soccorso del nosocomio. "Prenderò un avviso di garanzia di sicuro ... Per la storia di quello là del pronto soccorso che somministrava i farmaci in modo assurdo, io gli avevo detto di fare referto ma non hanno voluto", confida Pennuto, membro della commissione interna alla struttura ospedaliera incaricata di indagare dopo la denuncia dell'infermiera Clelia Leto. "Scusa un attimo", le replica l'interlocutore, "tu durante la commissione hai detto più volte a quelli che quello lì era un pazzo, loro hanno cercato di mettere tutto a tacere". "Io non ho protetto nessuno", tiene a precisare Pennuto, "non è stato fatto per proteggere nessuno, è stato quello di dire 'Va bene, ok, accettiamo questa decisione, anche se non ero convinta". "Eh, me lo ricordo ....", le controbatte l'interlocutore, "Ma tu il referto non lo hai fatto perchè non volevi fare casino con i due capi dell'ospedale, io mi ricordo". Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si è dichiarata "sconvolta" dalla vicenda dell'ospedale di Saronno, dove un medico e un'infermiera hanno provocato la morte di diversi pazienti. "Sono sconvolta come lo è tutta la comunità", ha affermato il ministro interpellata a margine della conferenza stampa indetta per presentare il nuovo Piano nazionale anti Aids. "È fuori dall'immaginazione che possano accadere cose del genere nel proprio ospedale. Vedendo le intercettazioni sembra di essere in un film che rappresenta uno spaccato del male". Il ministro ha sottolineato che "ovviamente c'è la procura della Repubblica al lavoro che accerterà tutte le varie responsabilità. Sarà cura anche della Regione capire se sarà necessario provvedere con ulteriori azioni verso l'ospedale". Lorenzin ha reso noto che il ministero ha chiesto informazioni ma ha sottolineato che "la tipologia del reato è più nella sfera della criminalità che poco attiene alle funzioni del ministero. La materia è talmente tanto delicata che dobbiamo valutare anche come andare a fare la verifica".