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Salvatore Buzzi chiede 100mila euro di danni alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, contestandole di averlo diffamato associandolo alla mafia nonostante la Cassazione abbia annullato l’aggravante mafiosa che gli era stata in origine contestata nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta "Mondo di Mezzo". Nella richiesta di risarcimento danni per diffamazione, a quanto apprende l’Adnkronos, l’avvocato Marco Turchi intima alla Raggi, per conto di Buzzi, di corrispondere la somma «entro e non oltre 10 giorni» dal ricevimento della richiesta, riservandosi «ulteriori azioni legali presso le sedi giudiziarie competenti». In particolare, l’avvocato Turchi nel documento destinato alla sindaca evidenzia come, nonostante con la sentenza del 22 ottobre 2019 la Cassazione abbia sancito definitivamente l’annullamento dell’aggravante mafiosa per Buzzi, le parole della Raggi in «numerose dichiarazioni, interviste e pubblicazioni» ledano «in maniera palese e profonda» l’immagine dell’ex ras delle coop associandolo «a condotte aventi carattere mafioso, già riconosciute, da ormai un anno e mezzo, come non esistenti». Una «condotta diffamatoria», secondo l’avvocato, che, «perpetrata a mezzo video e tramite chiari riferimenti politici alla Sua qualifica di Sindaco di Roma, accentua la gravità del danno subito dal sig. Buzzi». Il legale richiama esplicitamente le dichiarazioni rilasciate dalla Raggi il «9 marzo 2021 innanzi alla Corte di Appello di Roma», cioè al processo d’Appello bis su "Mafia Capitale" celebrato per rideterminare le pene per venti imputati, tra cui Buzzi, condannato a 12 anni e dieci mesi. Secondo Turchi, «grazie alle interviste» rilasciate dalla sindaca, capaci di influenzare un gran numero di persone, Buzzi «sarà, suo malgrado, ancora qualificato nelle pubbliche cronache come "mafioso"». «È stata una condanna molto più dura di quanto ci aspettavamo perché ha considerato più grave il reato di associazione a delinquere semplice. Il pg aveva chiesto 12 anni e 8 mesi. Faremo ricorso nuovamente in Cassazione. Comunque meglio dei 18 anni della volta scorsa», aveva commentato ieri Buzzi, dopo la sentenza dell’Appello Bis che lo ha condannato a 12 anni e 10 mesi.