«È degli Stati Ue la decisione su come vogliono usare i vaccini nel contesto della loro campagna vaccinale. Entrambi i vaccini a vettore adenovirale» AstraZeneca e Johnson & Johnson «sono approvati e hanno un rapporto rischio beneficio positivo da 18 anni in su ed è una decisione degli Stati scegliere se lo vogliono usare solo in alcune popolazioni» se optare per il mix con un vaccino a mRna per il richiamo «o no, sulla base dei vaccini che hanno disponibili, del contesto pandemico e della circolazione virale, e di ogni altro aspetto». Lo ha puntualizzato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici perCovid-19 dellAgenzia europea del farmaco Ema, oggi durante il periodico briefing con la stampa. «Siamo ancora in pandemia - ha aggiunto - ed è importante usare tutte le opzioni disponibili». Lapproccio del mix di vaccini fra prima e seconda dose «è stato adottato con successo in passato ed è ben noto che mixare i vaccini spesso ha come esito una migliore risposta immune. Ma» riguardo ai vaccini Covid «abbiamo evidenze limitate, anche se alcuni studi preliminari hanno mostrato che la risposta immunitaria sembra essere soddisfacente e non stanno emergendo particolari problemi da un punto di vista di sicurezza. Quindi potrebbe essere una strategia da adottare ma certamente le evidenze sono limitate ed è importante che raccogliamo più informazioni e monitoriamo attentamente», ha aggiunto Cavaleri. «Dal punto di vista di Ema non è facile al momento uscire fuori con una raccomandazione clinica anche perché non è chiaro se» le aziende che hanno vaccini autorizzati «sono interessate a presentare qualche richiesta di cambiamento nelle informazioni di prodotto», ha concluso. «Ad oggi abbiamo 10 possibili casi di trombosi associata a trombocitopenia su oltre 6 milioni di persone vaccinate contro Covid con il vaccino J&J nello Spazio economico europeo». E «su 45 milioni di vaccinati con AstraZeneca abbiamo 405 casi potenziali» di queste trombosi atipiche con bassi livelli di piastrine. È invece il dato riferito da Georgy Genov, responsabile della Farmacoviglianza dellAgenzia europea del farmaco Ema, oggi durante il briefing periodico tenuto dallente regolatorio Ue. «Rivedremo attentamente questi possibili casi che rimangono rari», ha aggiunto.