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Respingimenti illegali dei minori stranieri non accompagnati da parte delle autorità francesi e cattiva gestione dei centri di accoglienza nostrani nei confronti dei tanti minori che, loro malgrado, si allontanano da tali strutture per tentare di entrare irregolarmente in Francia. È quanto si legge in una lettera inviata alla Commissione europea e alle autorità italiane da ASGI ( Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), INTERSOS, Terres des Hommes Italia, Oxfam Italia, Caritas Diocesana di Ventimiglia – Sanremo e Diaconia Valdese. La lettera si rivolge alla Commissione europea chiedendo di verificare se le competenti autorità italiane e francesi abbiano violato la normativa europea, valutando se sussistano gli estremi per l’apertura di una procedura d’infrazione. La maggior parte di questi minori provengono dall’Eritrea, dal Sudan, da Guinea, Mali, Costa d’Avorio e altri Paesi dell’Africa Sub- Sahariana, fuggendo spesso da situazioni di violenza indiscriminata o comunque caratterizzate da gravi violazioni dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che integrano i presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale. Si tratta per lo più di ragazzi tra i 16 e i 17 anni, ma nella lettera indirizzata anche al ministero degli interni, viene denunciato anche «un elevato numero di ragazzine, spesso vittime di abusi e violenze sessuali, e diversi casi di preadolescenti, anche di 12- 13 anni». Minori non accompagnati, dunque, particolarmente vulnerabili. La maggior parte dei minori che le associazioni hanno incontrato a Ventimiglia sperano di trovare migliori condizioni di accoglienza e opportunità di inclusione in Francia o in altri Stati europei. Molti di questi minori hanno raccontato di essersi allontanati dalle strutture di accoglienza italiane in cui erano stati collocati in quanto, anche dopo diversi mesi dal loro arrivo, non erano stati iscritti a scuola né a corsi di formazione, non era stato loro rilasciato un permesso di soggiorno né avevano potuto presentare domanda d’asilo, non avevano un tutore né altre figure adulte di riferimento che si prendessero cura di loro. Alcuni hanno lamentato addirittura il mancato soddisfacimento di bisogni primari, quali la disponibilità di cibo, vestiti e spazi adeguati, e l’inadeguata protezione da violenze e abusi.
Per quanto riguarda i respingimenti francesi, «come è noto – si legge nella lettera – ai sensi del Regolamento Dublino e della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, i minori non accompagnati che presentano domanda d’asilo in Francia, non possono essere rinviati in Italia: a differenza degli adulti, infatti, ai MSNA non si applica il criterio del paese di primo ingresso. Nel caso in cui invece il minore non manifesti la volontà di presentare domanda d’asilo in Francia ( spesso perché non adeguatamente informato di tale diritto), e venga fermato nella zona di frontiera, le autorità francesi potranno respingerlo in Italia. La normativa francese stabilisce però precise garanzie che devono essere rispettate nel caso di respingimento di un MSNA: in particolare deve essere nominato un tutore provvisorio ( c. d. “administrateur ad hoc”) e il respingimento non può essere effettuato prima del termine di 24 ore». Sono norme e garanzie che vengono costantemente disattese dalla polizia di frontiera francese. Negli ultimi anni Ventimiglia è diventata una delle città italiane che ha più problemi nella gestione dei migranti. Dato che si trova al confine con la Francia, è la meta di moltissime persone che ci arrivano in treno sperando di oltrepassare il confine ( e magari raggiungere i propri parenti che si trovano già in territorio francese). Dall’estate del 2015 le autorità francesi fermano chiunque entri illegalmente: di conseguenza i migranti provano a entrare in Francia passando per pericolosi e poco attrezzati sentieri di montagna, che passano vicino a gallerie dell’autostrada e del treno e ripidi strapiombi. Ventimiglia, non a caso, viene definita “l’ultima frontiera”, perché appare come qualcosa di invalicabile, a dispetto di frontiere teoricamente molto meno valicabili superate nel viaggio da altri continenti alla “civile” Europa.