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Russian Sukhoi Su-30SM jet fighters, centre, of The Russian Knights aerobatic team and Mikoyan MiG-29 jet fighters of The Swifts aerobatic team fly over Red Square during the Victory Day military parade in Moscow, Russia, Friday, May 9, 2025, during celebrations of the 80th anniversary of the Soviet Union's victory over Nazi Germany during the World War II. (AP Photo/Pavel Bednyakov, Pool) Associated Press/LaPresse
Ci sono notizie che ti aspetti di leggere solo in tempo di guerra. Tre MiG-31 russi sarebbero stati respinti da caccia F-35 italiani dopo aver violato lo spazio aereo estone. A riportarlo è la rivista Politicoo. Non si è trattato, dunque, di una semplice manovra di disturbo ma di una vera e propria incursione che ha messo in allarme Tallinn e Bruxelles.
I MiG-31, intercettori pesanti progettati negli anni della Guerra fredda e ancora oggi tra i più veloci jet da combattimento al mondo, sono in grado di trasportare il missile ipersonico Kinzhal, l’arma che Mosca considera uno dei simboli della sua capacità di deterrenza strategica.
Secondo le ricostruzioni, i tre velivoli sarebbero stati diretti verso la capitale estone, prima di essere intercettati e scortati fuori dallo spazio aereo da caccia italiani di stanza nei Paesi baltici nell’ambito della missione Nato di air policing.
L’incidente si è verificato nei pressi dell’isola di Vaindloo, nel golfo di Finlandia, e si è protratto per quasi dodici minuti: un tempo considerevole, che rende l’episodio ancor più grave agli occhi delle autorità estoni. I jet russi non avevano presentato piani di volo, volavano con i transponder spenti e senza alcuna comunicazione con il controllo del traffico aereo. In pratica, condizioni che rendono lo sconfinamento un atto non solo ostile, ma anche pericoloso per la sicurezza civile della regione.
Il governo di Tallinn ha reagito convocando l’incaricato d’affari russo e consegnando una nota di protesta ufficiale. «La Russia ha già violato lo spazio aereo estone quattro volte quest’anno, il che è di per sé inaccettabile. Ma l’incursione di oggi, con tre caccia entrati nel nostro spazio aereo, è di una brutalità senza precedenti», ha denunciato il ministro degli Esteri Margus Tsahkna. «I crescenti tentativi della Russia di mettere alla prova i confini e la sua aggressività sempre maggiore devono essere affrontati con un rapido rafforzamento della pressione politica ed economica».
Le parole di Tsahkna si inseriscono in un contesto che, nelle ultime settimane, ha visto un aumento delle violazioni dello spazio aereo europeo da parte di Mosca. L’Alta rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas – ex premier estone, conosciuta per la sua linea dura contro il Cremlino – ha definito l’episodio «una provocazione estremamente pericolosa». In un messaggio su X, ha ricordato che si tratta della terza violazione in pochi giorni e che tali manovre «contribuiscono ad accrescere le tensioni nella regione». Kallas ha assicurato di essere in stretto contatto con il governo di Tallinn e ha ribadito la volontà dell’Unione di sostenere la difesa dei Paesi membri sul fronte orientale. «Putin sta mettendo alla prova la determinazione dell’Occidente. Non dobbiamo mostrare debolezza», ha scritto.
Sulla stessa linea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha ribadito come Bruxelles non intenda lasciar correre. «L’Europa è al fianco dell’Estonia di fronte all’ultima violazione del nostro spazio aereo da parte della Russia. Risponderemo a ogni provocazione con determinazione, investendo in un fianco orientale più forte», ha affermato. Von der Leyen ha poi invitato i leader Ue ad approvare rapidamente il 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca, sottolineando che «man mano che le minacce aumentano, aumenterà anche la nostra pressione».
Per l’Estonia, come per i vicini Lettonia e Lituania, simili episodi toccano corde profonde. I Paesi baltici, con una lunga storia di dominazione sovietica alle spalle, vedono nella guerra in Ucraina e nelle provocazioni aeree russe una minaccia esistenziale, non un semplice braccio di ferro geopolitico.