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«Quello che inauguriamo è soprattutto un dialogo tra pari, basato sul reciproco rispetto, perché tra Europa e Mediterraneo allargato non può esserci un rapporto competitivo o conflittuale perché in realtà gli interessi sono molto più convergenti di quanto noi stessi riconosciamo». Con queste parole la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto a Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni in corso alla Farnesina, della Commissione europea, con Ursula von der Leyen, e le delegazioni dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, oltre agli Stati membri dell'Ue di primo approdo e gli Stati del Golfo, del Corno d'Africa e del Sahel. «Il fatto che siedano a questo tavolo i massimi rappresentanti di oltre 20 Stati e diverse organizazioni internazionali dimostra – ha sottolineato – l’amicizia tra i nostri popoli e la consapevolezza che per affrontare le sfide che abbiamo di fronte sia fondamentale lavorare insieme». Aggiungendo: «Questa è un’iniziativa unica nel suo genere e in cui credo fortemente», perché «su una cosa voglio essere chiara: questo è soprattutto un dialogo tra pari basato sul reciproco rispetto, perché quello tra Europa e Mediterraneo allargato non può essere un rapporto competitivo o conflittuale. I nostri interessi sono molto più convergenti di quanto a volte riconosciamo e dobbiamo partire da un rapporto basato su lealtà e franchezza».
La presidente Meloni ha ribadito il suo pensiero: «L’immigrazione illegale di massa danneggia tutti, escluse le organizzazioni criminali che usano la loro forza anche contro gli Stati, sulla pelle dei più fragili. Italia ed Europa hanno bisogno di immigrazione ma non possiamo dare il segnale che viene favorito chi entra illegalmente a scapito di chi lo fa legalmente», aggiunge Meloni, secondo la quale «combattere le reti di trafficanti ci consente di offrire più occasioni di immigrazione legale. Serve un impegno comune e più collaborazione per contrastare le reti dei trafficanti». E approfitta anche per lanciare qualche stoccata: «So bene che l’Occidente spesso è sembrato più attento a dare lezioni che a dare una mano. Abbiamo spesso approcciato la questione delle migrazioni come un tema che contrapponeva i Paesi di transito e partenza da una parte e i paesi di approdo dall’altra. Invece non è così», perché «al centro dei flussi migratori ci sono le persone usate da organizzazioni criminali che guardano al loro profitto ed è nostro dovere occuparci del destino di queste persone». Ribadendo il suo pensiero sulle strategie future:« La priorità in tema di migranti è stabilire «una collaborazione ad ampio raggio per sostenere lo sviluppo in Africa e nei paesi di provenienza, affrontando le cause profonde alla base delle grandi migrazioni. Bisogna prestare attenzione anche al diritto a non dover emigrare e a lasciare i propri familiari in cerca di una vita migliore. Il primo obiettivo deve essere quello di lanciare progetti sviluppo nel Mediterraneo allargato e nell’Africa subsahariana con progetti che si devono concentrare su ciò che è strutturale».
Concetti rilanciati anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, «Dobbiamo unire le forze per contrastare i trafficanti, dobbiamo unire le forze per smantellare il modello di business crudele e illegale dei criminali. Possiamo collaborare alla ricerca e salvataggio e al rafforzamento delle frontiere. Insieme possiamo - e dobbiamo - gestire meglio la migrazione: garantendo protezione a chi ne ha bisogno, sia nei paesi di transito che di destinazione, adottando un approccio basato sul percorso. e per trovare soluzioni reciprocamente vantaggiose». Aggiungendo: «Vogliamo che il nostro accordo con la Tunisia sia un modello. Un progetto per il futuro, per partenariati con altri Paesi della regione. Vogliamo adottare un approccio pragmatico basato su interessi condivisi e valori comuni. Troppi giovani mettono la propria vita nelle mani di contrabbandieri e trafficanti spietati. Questo è diventato un redditizio modello di business della criminalità organizzata. Ma la realtà è che i criminali non possono mai garantire un nuovo inizio. Per questo dobbiamo lavorare per aprire dei percorsi legali fra i nostri continenti».
Mentre il presidente tunisino Kais Saied ha ringraziato Giorgia Meloni per «questa iniziativa dove possiamo discutere tutti insieme delle soluzioni a questo fenomeno che non può essere approcciato in modo singolo o bilateralmente». «Siamo davanti a un dramma umano», ha aggiunto parlando dell’immigrazione clandestina e delle imbarcazioni che «seminano la morte».
Sui social il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto: «Un grande piacere poter aprire alla
Farnesina la Conferenza internazionale di Roma su Sviluppo e Migrazione. Una grande iniziativa del Governo italiano, inedita per il nostro Paese, che rappresenta un punto di svolta nell’area del Mediterraneo allargato, dell’Africa e del Medio Oriente. Siamo qui per risolvere la questione migratoria alla radice con iniziative contro il terrorismo, il cambiamento climatico, le malattie e la povertà. Roma come crocevia di dialogo e confronto, per un Mediterraneo che sia mare di pace, progresso, benessere e non un cimitero di migranti».