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Il vicesindaco di Mariupol Serhiy Orlov ha detto alla Bbc che sono stati recuperati dalle strade della città 1.207 cadaveri. Di questi, 47 sono stati sepolti in una fossa comune poiché non era possibile raggiungere i luoghi di sepoltura fuori città, ha detto Orlov alla Bbc. «Non tutti sono stati identificati», ha aggiunto il vicesindaco, precisando di non sapere quante persone siano state uccise in totale nella città portuale. Nella città assediata dal conflitto, dopo l'attacco di ieri all'ospedale pediatrico, la situazione «diventa sempre più terribile e disperata» per le centinaia di migliaia di persone bloccate senza cibo, acqua, elettricità e medicinali. È quanto afferma in un messaggio audio Sasha Volkov, vice capo della delegazione della Croce Rossa internazionale, nella città ucraina. «Molta gente dice di non avere più cibo per i bambini - dice Volkov - le persone cominciano ad attaccarsi tra di loro per il cibo, o attaccare le auto di altri per prendere la benzina». «Tutti i negozi e le farmacie sono stati razziati diversi giorni fa - aggiunge - e le persone si stanno ammalando a causa del freddo. Noi abbiamo un rifugio, nella cantina, solo per i bambini e le loro mamme. Tutti gli altri adulti, ed i bambini sopra i 12 anni dormono nell’ufficio». «Abbiamo riserve di cibo solo per pochi giorni, molti di noi iniziano ad ammalarsi a causa del freddo e dell’umidità», continua spiegando che a causa della mancanza di acqua anche le condizioni igieniche sono precarie.
Mosca: "Elettricità a Chernobyl". Ma Kiev smentisce
«Le notizie, in arrivo da Russia e Bielorussia, sulla ripresa delle forniture elettriche alla centrale nucleare di Chernobyl, con energia in arrivo dalla Bielorussia sono una provocazione che ha come obiettivo quello di aggravare la situazione», ha commentato in un comunicato l’azienda per l’energia ucraina, Ukrenergo, bollando come fake news la notizia secondo cui la Bielorussia avrebbe ripristinato la rete elettrica alla centrale nucleare di Chernobyl. Putin: "Le sanzioni dell'Occidente sono illegittime" Le sanzioni imposte dall’Occidente contro la Russia «non sono legittime». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso di una riunione in videoconferenza con i suoi ministri. «L’aumento dei prezzi del petrolio e del gas - ha sottolineato - non è dovuto alla Russia, ma alle politiche dell’Occidente. Ai paesi ostili dico che noi rispettiamo i nostri impegni riguardo le esportazioni di petrolio e gas». La Russia «continua ad esportare energia», anche tramite le reti «che passano attraverso l’Ucraina», ha aggiunto Putin sottolineando che «il gasdotto verso l’Europa che attraversa l’ Ucraina è pienamente operativo. L’Occidente sta scatenando una guerra economica al nostro Paese e noi prenderemo misure per contrastarla». La Russia è pronta a fornire fertilizzanti minerali ai partner stranieri, ma le restrizioni alla loro esportazione nei mercati mondiali, a causa delle sanzioni, porteranno a un ulteriore aumento dei prezzi dei generi alimentari a livello internazionale, avverte ancora Putin. In un incontro con i membri del governo, Putin ha sottolineato che la priorità è fornire fertilizzanti al mercato interno della Federazione russa. «La situazione era molto acuta (nel mercato mondiale dei fertilizzanti), anche prima degli eventi legati all’Ucraina», ha spiegato Putin. «Era già difficile, ora è aggravato, dal fatto che Russia e, tra l’altro, la Bielorussia, sono tra i più grandi fornitori di fertilizzanti minerali nei mercati mondiali», ha continuato, «se si continuano a creare problemi nei finanziamenti, nelle assicurazioni, nella logistica, nella consegna delle nostre merci, allora i prezzi, già proibitivi, aumenteranno ancora di più. E questo influenzerà i prezzi dei generi alimentari».
Schroders: "Rischi per la transizione energetica"
«L’inflazione era già ai massimi pluridecennali prima che la Russia invadesse l’ Ucraina, e ciò era particolarmente vero per i prezzi energetici. Dato che la Russia rappresenta una parte significativa dell’offerta mondiale di petrolio (circa il 12%) e di gas (circa il 17%), la situazione attuale pone rischi evidenti per la fornitura di energia. Questa preoccupazione ha portato in tutta Europa a un significativo aumento dei prezzi di petrolio, gas ed energia in generale». È l’analisi che fa Alexander Monk, Portfolio Manager, Global Resource Equities dell’asset manager Schroders, occupandosi dei rischi principali che riguardano gli investimenti azionari nella transizione energetica e i mercati finanziari più in generale. «La Russia è anche un importante fornitore di metalli del gruppo del platino (PGM) e di commodity agricole. La sua capacità di produzione inoltre è legata a molte value chain industriali. L’impulso inflazionistico del conflitto - e il conseguente inasprimento delle sanzioni da parte dell’Occidente - potrebbe essere piuttosto significativo e continuare a pesare ulteriormente sugli utili aziendali», spiega Monk.
La periferia di Kiev sotto attacco
Si combatte a Kiev, per ora solo alla periferia, attaccata da Ovest ed Est. E a pochi chilometri dalla capitale c’è stata una sanguinosa imboscata tesa a un convoglio corazzato russo, un agguato di cui ci sono le immagini. Sono state le forze armate ucraine a diffondere il video, che è stato girato dall’alto, probabilmente da un drone, in cui sivede l’esplosione dei carri armati russi diretti verso Kiev. È accaduto mercoledì a Brovary, alla periferia orientale della capitale, ma le immagini sono circolate solo oggi. Il convoglio procede in fila indiana lungo una strada ma poi si ferma. Bloccati in un collo di bottiglia, i carri armati raggruppati l’uno vicino all’altro, cominciano a subire esplosioni, perché colpiti da artiglieria o incappati su mine. Gli ucraini hanno anche intercettato le trasmissioni radio dei russi sul campo, che dicono di aver subito pesanti perdite; nell’agguato, secondo il ministero della Difesa ucraino, è morto anche il comandante del reggimento, il colonnello Andrei Zakharov. Kiev si prepara da giorni all’arrivo dei blindati russi e, secondo il sindaco, Vitali Klitschko, metà della popolazione-che prima dell’invasione arrivava a 3,5 milioni di abitanti- ha già lasciato la città. Ma un’altra metà è rimasta. E il timore adesso è che il presidente russo, Vladimir Putin, possa scegliere di bombardare pesantemente la città, come del resto già fatto a Grozny, in Cecenia, per evitare il ripetersi di imboscate come quello registrato a Brovary.