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Maduro presidente del Venezuela
SI potrebbe definire la “guerra dei presidenti” quella che sta divampando tra Venezuela e Argentina. Il 23 settembre scorso la corte suprema venezuelana ha infatti spiccato un mandato d’arresto nei confronti del capo di Stato argentino Javier Milei. La richiesta era venuta dal procuratore generale Tarek William Saab, il 18 dello stesso mese. Nel fascicolo degli accusati anche la ministra della sicurezza Patricia Bullrich e la segretaria generale della presidenza Karina Milei. Ai tre viene contestato il reato di furto aggravato, riciclaggio, privazione illegale della libertà e interferenza illecita con il funzionamento dell’aviazione civile.
Una risposta ai giudici di Buenos Aires che a loro volta avevano spiccato un mandato di cattura per Nicolas Maduro, accusandolo di crimini contro l’umanità dopo le contestatissime elezioni presidenziali venezuelane. Una battaglia prettamente simbolica eìì che quasi certamente non avrà conseguenze concrete, perché i due presidenti potrebbero essere arrestati solo se mettessero piede sul suolo del paese che ha spiccato il mandato di arresto.
Ma la vicenda assume un altro significato che varca i confini del conflitto regionale se si ripercorrono le tappe di una presunta spy story che ha origine nel giugno 2022 quando le autorità giudiziarie di Buenos Aires impedirono a un aereo cargo venezuelano Boeing 747- 300 M, della compagnia Emtrasur, di riprendere il volo da un aeroporto argentino. A bordo c'erano diciannove membri dell’equipaggio che furono tutti arrestati e successivamente rilasciati. Con essi viaggiavano cinque cittadini iraniani, uno di loro, secondo le informazioni fornite da Washington, era un ex comandante dei Guardiani della rivoluzione.
Corpo d'élite della Repubblica islamica e che gli Stati Uniti considerano organizzazione terroristica. Gli americani avevano chiesto il sequestro dell’aereo, adducendo la spiegazione che fosse stato venduto nell’ottobre 2021 alla Emtrasur, filiale della compagnia aerea statale venezuelana Conviasa, da parte della iraniana Mahan Air, violando perciò le sanzioni statunitensi che da anni colpiscono Teheran. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti motivò anche dal punto di vista legale la sua richiesta presentando l'accusa di un aggiramento dei controlli sulle esportazioni di un aereo fabbricato in territorio statunitense.
Dopo l'insediamento di Javier Milei alla Casa Rosada, la polemica ha cominciato ad intensificarsi nel febbraio di quest’anno perché il governo argentino ha consegnato l’aereo agli Stati Uniti, dove è stato successivamente smantellato.
In realtà la vicenda non rappresenta un caso isolato in quanto Washington ha usato lo stesso metodo recentemente nella Repubblica Dominicana quando ha ordinato il sequestro di altri due aerei di uso ufficiale in Venezuela. A ben vedere dunque il mandato di arresto contro Milei è solo un capitolo dello scontro tra Usa e Venezuela che, a fronte dei risultati che hanno visto Maduro vincere nelle recenti elezioni presidenziali tra accuse di brogli e scontri, fino alla fuga del candidato dell'opposizione Gonzalez in Spagna, sta effettivamente riportando il continente latinoamericano a una situazione simile, anche senza eventi sanguinosi e colpi di stato, agli anni settanta.
Chiaramente tutto si muove in un contesto completamente mutato dove i protagonisti si muovono in maniera differente dal passato e non sono piu i movimenti di liberazione.
Lo scontro infatti è tra stati veri e propri governati da presidenti piu che contraddittori come Maduro o Evo Morales in Bolivia. Lo stesso Milei, vincitore a sorpresa in Argentina, rappresenta un'anomalia con il suo anarco capitalismo che sfugge a qualsiasi interpretazione ortodossa riconducibile alle teorie economiche dei cosiddetti Chicago Boys di cinquanta anni fa. Lo scenario che sembra rimasto immutabile è quello di un continente segnato da fortissime disparità economiche e incertezze politiche. Un'instabilità dove anche vicende come quelle Venezuelane e Argentine sembrano costituire solo la punta di un iceberg.