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Madagascar: i militari prendono il potere dopo le proteste della generazione Z
Il colonnello Michael Randrianirina ha prestato giuramento questa mattina come «presidente della Rifondazione della Repubblica del Madagascar». La cerimonia si è svolta nel palazzo di Stato di Ambohidahy, sede dell’Alta Corte costituzionale, tre giorni dopo la destituzione del capo di Stato Andry Rajoelina da parte dell’Assemblea nazionale e l’intervento dell’esercito.
Randrianirina, 51 anni, ha assunto formalmente la guida del Paese, promettendo la creazione di un comitato militare di transizione e il ritorno alla democrazia «entro 18-24 mesi».
Dal governatorato di Androy alla guida del Paese
Originario della regione di Androy, nel sud del Madagascar, Randrianirina è un ex governatore (2016-2018) e comandante del battaglione di fanteria di Tulear. È noto per le sue posizioni critiche verso Rajoelina e, nel novembre 2023, era stato arrestato per «incitamento all’ammutinamento militare» e successivamente condannato con pena sospesa per «messa in pericolo della sicurezza dello Stato». Dopo la presa del potere, il colonnello ha annunciato la sospensione delle istituzioni costituzionali, fatta eccezione per la Camera bassa del Parlamento, che aveva votato la messa in stato d’accusa del presidente deposto.
La Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) ha annunciato l’invio di una missione di alto livello in Madagascar, guidata dall’ex presidente del Malawi Joyce Banda, per favorire il dialogo e il ritorno all’ordine costituzionale. Il presidente del Malawi, Arthur Mutharika, che presiede l’organismo per la politica e la sicurezza della Sadc, ha espresso «profonda preoccupazione» per la crisi in corso: «La Sadc è impegnata a sostenere il Madagascar nel ripristino della pace e della governance democratica».
La missione – composta anche da Helen Lwegasila Brahim, Joey Bimha e rappresentanti del segretariato Sadc – incontrerà le autorità di transizione, la società civile e i leader politici locali. Parallelamente, l’Unione Africana ha deciso la sospensione immediata del Madagascar da tutti gli organismi continentali, condannando apertamente la presa del potere da parte dei militari.
La nuova giunta militare, sostenuta da settori delle forze armate e della gendarmeria, dovrà ora affrontare il delicato compito di legittimare la propria autorità di fronte alla comunità internazionale e ai principali donatori. Randrianirina punta a formare un governo civile di transizione e a nominare un nuovo primo ministro, ma resta forte la pressione diplomatica per un rapido ritorno alla normalità costituzionale. Il leader militare ha assicurato che il comitato di transizione potrà in futuro includere anche rappresentanti civili, ma la priorità resta «stabilizzare il Paese e garantire sicurezza e servizi essenziali».
Nel frattempo, l’ex presidente Andry Rajoelina continua a definirsi «capo di Stato legittimo», denunciando «un colpo di Stato militare contro la democrazia».