PHOTO
Associated Press/LaPresse
L’ex presidente Donald Trump ha promesso di rendere pubblici tutti i documenti riservati legati all’assassinio del presidente John F. Kennedy e dichiarato di sapere anche chi c’era dietro l’omicidio. Ma, ha aggiunto, tutto sarà rivelato a condizione di essere eletto a novembre.
L’annuncio è stato fatto durante un’intervista al podcast «All-In». Al tycoon è stato chiesto perché non avesse pubblicato i file durante il suo primo mandato. Trump ha risposto, spiegando che qualcuno gli aveva chiesto di tenere segrete le informazioni. «Beh - ha aggiunto - non è stata la Cia a chiedermelo, ma penso che probabilmente ci fosse la Cia dietro. Preferirebbero che non rendessi pubblico il resto dei documenti».
Il candidato indipendente Robert Kennedy Jr, nipote del presidente ucciso nel 1963, da sempre sostiene il coinvolgimento della Cia. Trump dice adesso di essere pronto a pubblicare tutto. «Lo farò molto presto - ha ribadito - molte persone vogliono vedere i documenti e io penso che sarà molto interessante, ma ci sono anche altre cose che renderò pubbliche». Su quest’ultima rivelazione il conduttore ha chiuso l’intervista, promettendo che ne avrebbe parlato con il tycoon fuori dai microfoni.
Intanto l’ex consigliere del tycoon, Steve Bannon, ha presentato ricorso d’urgenza alla Corte Suprema per fermare l’esecuzione della pena che lo obbliga a presentarsi in carcere entro l’1 luglio per scontare la condanna a quattro mesi di prigione. Bannon è stato dichiarato colpevole di essersi rifiutato di rispondere alla convocazione della commissione d’inchiesta del Congresso sul 6 gennaio 2021, che voleva sentirlo riguardo il suo coinvolgimento nell’insurrezione.
«Non hanno neanche negato - ha dichiarato il suo avvocato, Trent McCotter - il fatto che Bannon debba stare in carcere quattro mesi, proprio il periodo immediatamente precedente alle elezioni di novembre. E questo dopo un processo che non ha provato niente». L’appello urgente dell’ex capo stratega della Casa Bianca di Trump giunge dopo che i giudici federali avevano respinto la sua richiesta di rinviare l’ingresso in carcere. Secondo i giudici, Bannon «sapeva cosa avrebbe comportato non presentarsi a testimoniare e non presentando i documenti richiesti».