Nessuno stop sullordinanza che introdurrà il coprifuoco dalle ore 23 alle 5 in Lombardia. Il documento verrà diffuso oggi come previsto e, stando a quanto comunicato dal Palazzo della Regione, non cè stato alcun rallentamento imposto dal leader della Lega Matteo Salvini, che ieri ha incontrato il presidente Attilio Fontana, gli assessori e i dirigenti regionali della Lega per «capire» le ragioni alla base delle mosse del governatore. «La Lega - affermano fonti leghiste - è determinata a lavorare con sempre maggior impegno per coniugare tutela della salute, istruzione e lavoro». Salvini ha chiesto conto del numero dei contagi e delle proiezioni, rallentando, di fatto, la decisione di Fontana. E dal Pd e dal M5s non sono mancate le accuse, al leader leghista, di indebite ingerenze sul lavoro del governatore. La Regione ha lavorato fino a ieri sera tardi con il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la parte di competenza ministeriale. Poi cè la parte dellordinanza relativa alle competenze del presidente della Regione, Attilio Fontana. E non si poteva chiudere ieri sera, a quanto si apprende, perché bisognava sentire tutti i sindaci dei Comuni capoluogo e lAnci, come era stato deciso. «Il quadro è questo, in questo momento c'è un'impennata dei ricoveri in Lombardia tranne che per tre province, Bergamo, Brescia e Cremona, perché li c'è una sorta di immunità ma che prezzo hanno pagato per arrivarci? Milano non può pagare questo prezzo, per le sue dimensioni avrebbe un problema enorme», ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando della scelta presa dai sindaci lombardi insieme alla Regione Lombardia di istituire un coprifuoco dalle 23. «Questa idea di chiudere la sera non è che sia una follia che è nata in Lombardia, oggi Parigi è in lockdown dalle 21 alle 6 per un mese, io sono stato a Londra tre settimane fa e alle 22 i ristoranti chiudono, - ha aggiunto ai microfoni di Radio Deejay - Barcellona ha i centri commerciali chiusi per 10 giorni. Quindi le grandi città hanno oggi questo tipo di rischio, purtroppo è così».