Per ricevere il bonus di 600 euro, gli avvocati dovranno inoltrare a Cassa Forense entro il 30 aprile una dichiarazione integrativa. A stabilirlo, una delibera del consiglio d’amministrazione di Cf datata 9 aprile, in modo da recepire i chiarimenti contenuti nel decreto legge n. 23 dell’ 8 aprile in materia di accesso al credito.

L’articolo 34 del dl, infatti, chiarisce che esiste il divieto di cumulo di pensioni e redditi e che, ai fini del riconoscimento dell’indennità, i professionisti iscritti alle casse private che hanno diritto all’accesso devono non essere titolari di altro trattamento pensionistico ed iscritti “in via esclusiva” alla cassa a cui inoltrano la richiesta di bonus.

Per questo, la direzione generale di Cassa Forense ha inoltrato a tutti gli iscritti che hanno già fatto richiesta dei 600 euro nei giorni scorsi la richiesta di rilasciare una ulteriore dichiarazione in cui attestano l’iscrizione in via esclusiva a Cf.

“Gli uffici stanno approntando quanto necessario per attivare apposita procedura sempre nell’area riservata del sito della Cassa a partire dal 10 aprile 2020”, ha scritto in una nota il presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano. Inoltre, “Sarà precisato che la dichiarazione integrativa non influirà in alcun modo sull'ordine di arrivo delle domande così come originariamente presentate e che la mancata integrazione entro il 30 aprile 2020, impedirà l'accoglimento della domanda”.

Un ulteriore chiarimento riguarda gli avvocati che, precedentemente all’iscrizione obbligatoria a Cassa Forense disposta dalla legge professionale del 2012, erano iscritti alla gestione separata Inps: essi, “pur conservando una posizione previdenziale priva del carattere di attualità in quella gestione e a condizione che non svolgano altre attività compatibili e per le quali venga versata altrove la contribuzione, hanno in Cassa Forense l'unica gestione previdenziale e, pertanto, possono presentare o integrare la domanda di accesso al bonus di € 600,00 previsto per gli iscritti alle casse di previdenza private”.

All’inizio di aprile, Cassa Forense ha adottato ulteriori misure di natura straordinaria a sostengo della professione. Oltre al differimento a fine anno del termine di pagamento del modello 5, p stato previsto l’utilizzo del fondo straordinario di 10 milioni di euro da spendere, con l’ausilio degli ordini territoriali, per aiutare i colleghi residenti nelle aree geografiche più colpite dal virus.

Inoltre, sono stati deliberati due bandi straordinari per l’erogazione di contributi per canoni di locazione per lo studio professionale, l’uno riservato a conduttori persone fisiche e l’altro riservato a Studi Associati e Società tra Avvocati con uno stanziamento complessivo di 5 milioni e 600 mila euro. I bandi prevedono il rimborso del 50% dei canoni corrisposti nel periodo 1° febbraio – 30 aprile 2020. Sul fronte dell’accesso al credito sono state stipulate due convenzioni, una con la Banca Popolare di Sondrio “per anticipazione economica nella misura massima del 30% del volume d'affari IVA dell'anno 2019 nonché per acquisto di immobilizzazioni materiali ed immateriali necessarie allo svolgimento dell'attività lavorativa nella misura massima del 100% dei preventivi e/ o fatture emesse da data non superiore a 30 giorni dalla richiesta di finanziamento”; l’altra con la Banca Nazionale del Lavoro per finanziamenti con una durata massima di 17 mesi.

Inoltre, è stato previsto l’impegno di 3 milioni di euro per garantire l’accesso al credito degli iscritti tramite il fondo di garanzia costituito con Cassa depositi e prestiti. Infine, la polizza sanitaria Unisalute con copertura Covid- 19 è stata estesa ai videoconsulti psicologici, di igiene e profilassi ed è stata implementata la convenzione Vis Valore per la consegna domiciliare di farmaci e parafarmaci, inoltre ì stato implementato il fondo in favore dei superstiti e titolari di pensioni dirette cancellati da Albi, indirette e reversibilità da 50 mila euro a 340 mila euro.