"L'India è ora sulla Luna". L’annuncio è arrivato dal premier indiano, Narendra Modi, che collegandosi in video dal Sudafrica con la sala di controllo dell'Indian Space Research Organisation (Isro) ha seguito l'operazione di allunaggio della navicella Chandrayaan-3. Modi si trova a Johannesburgo per il vertice dei Brics, ma ha detto che i suoi pensieri sono al momento rivolti alla missione Chandrayaan-3. "Giornata storica per il settore spaziale dell'India. Congratulazioni all'Isro per il notevole successo della missione lunare Chandrayaan-3", ha scritto Modi su Twitter.

Chandrayaan-3 in sanscrito significa “navicella lunare”: la missione era decollata da una rampa di lancio a Sriharikota, nel sud dell'India, il 14 luglio; il lander atterrato si chiama Vikram e il rover all'interno Pragyaan. L'India è il primo paese a raggiungere il lato Sud della Luna, un'area che suscita molto interesse. La missione Chandrayaan-3 ora dovrà effettuare diversi esperimenti sulla superficie lunare grazie al rover che possiede diverse telecamere e che è stato progettato per percorrere poche centinaia di metri. Prima dell'India solo l'Unione Sovietica, gli Stati Uniti (negli anni '60) e la Cina nel 2013 erano riuscito a raggiungere un risultato simile. “Congratulazioni all'Isro per il successo dell'allunaggio di Chandrayaan-3 al Polo Sud e congratulazioni all'India per essere il quarto Paese ad aver effettuato con successo un allunaggio controllato con un veicolo spaziale sulla Luna. Siamo lieti di essere il vostro partner in questa missione”, scrive su X l'amministratore della Nasa, Bill Nelson, celebrando il successo di New Delhi.

Il precedente tentativo dell'India di far atterrare una navicella con robot vicino al polo sud della Luna risaliva al 2019 e si era concluso con un fallimento: la navicella era entrata nell'orbita lunare ma aveva perso il contatto con il suo lander, che si era schiantato durante la discesa finale per dispiegare un rover alla ricerca di tracce d'acqua. Secondo un report di analisi presentato all'Isro, cioè Indian Space Research Organisation, l'incidente fu causato da un guasto del software. La missione del 2019, costata 140 milioni di dollari, aveva lo scopo di studiare i crateri lunari permanentemente in ombra che si pensa possano contenere depositi d'acqua e che sono stati confermati dalla missione dell'orbiter indiano Chandrayaan-1 nel 2008. Il governo nazionalista del primo ministro Narendra Modi, con un'India dotata di armi nucleari e che lo scorso anno è diventata la quinta economia mondiale, è desideroso di mostrare la crescente posizione del Paese come potenza tecnologica e spaziale. Una missione lunare di successo si sposa con l'immagine di Modi di un'India in ascesa che afferma il suo posto nell'élite globale e contribuirebbe a rafforzare la sua popolarità in vista delle cruciali elezioni generali del prossimo anno.

L'attesa per un atterraggio di successo è cresciuta dopo il tentativo fallito della Russia e in un periodo in cui la Cina, rivale regionale dell'India, raggiunge nuovi traguardi nello spazio: a maggio la Cina ha lanciato un equipaggio di tre persone per la sua stazione spaziale orbitante e spera di portare degli astronauti sulla Luna entro la fine del decennio. Le relazioni tra India e Cina sono precipitate dopo gli scontri del 2020 al confine in cui sono state registrate vittime. Numerosi Paesi e aziende private stanno facendo a gara per far atterrare con successo un veicolo spaziale sulla superficie lunare. Il Giappone ha in programma di lanciare un lander lunare sulla Luna durante il fine settimana come parte di una missione di telescopio a raggi X; anche due aziende statunitensi sono in lizza per mettere dei lander sulla Luna entro la fine dell'anno, uno dei quali al polo sud. Nei prossimi anni la Nasa prevede inoltre di far atterrare astronauti al polo sud lunare.