Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche arrivarono nella città di Oświęcim (nell’attuale Polonia) e scoprirono il vicino campo di concentramento nazista di Auschwitz. Quella terribile scoperta e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. Dal 2005 le Nazioni Unite hanno quindi scelto il 27 gennaio come data per ricordare l’Olocausto.

In questi giorni in Italia si sono susseguite diverse polemiche, relative soprattutto all’organizzazione di manifestazioni pro Palestina in diverse città proprio nel Giorno della Memoria. Dopo le critiche da parte delle Comunità ebraiche, è arrivata la circolare del dipartimento di Pubblica sicurezza che ha invitato le questure a valutare il rinvio dei cortei a un’altra data.

Oggi, inoltre, l’Università Statale di Milano ha deciso di conferire a Liliana Segre una laurea Honoris Causa in Scienze Storiche. La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio, è giunta all’ateneo accompagnata dal figlio Luciano Belli Paci.

Segre: «Vorrei incontrare chi sfregia le mie targhe»

«Il signore che è andato a sfregiare una lapide su un sentiero che ho fatto tra Vigiù, Arzo e il confine ma è interessantissimo. Perché della Liliana Segre si sa già cosa posso aver scritto, detto o fatto. Ma quel signore che dopo 80 anni, di una che aveva 13 anni e che è stata deportata e ha perso tutta la famiglia, questo signore che perde cinque minuti di una preziosa vita che non è eterna, per andare a fare un segnaccio sul mio nome, è interessantissimo ma chi è, perché non viene studiato un caso del genere che è un segnale ha detto Liliana Segre parlando durante la Lectio Magistrale per la laurea Honoris Causa in Scienze Storiche che la ha conferito l’Università Statale di Milano. «È un segnale inquietante come quelli che mi mandano una maledizione, perché? Io sono già così vecchia e certamente non sarò nel futuro dell’Italia un personaggio importante», ha proseguito la Senatrice a vita: «Perché questi si intestardiscono? Sono personaggi interessantissimi che io non solo vorrei incontrare, perché mi piacerebbe moltissimo per chiedere ‘scusi ma cosa è antisemitismo, invidia, un desiderio che sono morti troppo pochi e ne dovevano morire di più? C’è qualche cosa in questi personaggi che non fa parte dell’indifferenza. Ma io di questi personaggi non so mai come va a finire perché poi non me lo dicono».

Segre: «Da 7 ottobre non c’è notte che non resti sveglia»

«Non c’è notte, dal 7 ottobre, che non mi tenga sveglia a pensare a quello che accade», ha detto Segre dialogando con il giornalista Enrico Mentana, direttore del Tg La7, all’Università Statale di Milano. «Sono una donna di pace, mi ha fatto soffrire l’odio, la violenza, la vendetta che non concepisco – ha affermato. La notte è la notte dei tempi, dell’indifferenza generale che non e legata ai colori del sole e del mare, ma è legata al buio delle menti». «I bambini mi piacciono da matti e nella spirale dell’odio dal 7 ottobre in poi ci sono i bimbi di tutti i colori e appartenenze», ha aggiunto. «I bambini sono il futuro e che questi bimbi vengono uccisi dall’odio degli adulti che non si ferma mai – ha sottolineato – mi ha fatto venire una disperazione serale quando da sola devo affrontare la notte».

«Ho incontrato diverse persone che per la loro coscienza, per essere persone sensibili, molti religiosi cattolici, che a me personalmente hanno chiesto scusa. Ma in modo ufficiale no, ‘italiani brava gente'», ha detto ancora. Mentana poi le ha chiesto se gli italiana le abbiano mai chiesto scusa. «Non credo», ha risposto Segre.

Segre: «Non posso rivivere oggi quei tempi»

«Viviamo un tempo in cui mi è difficile far parte degli ottimisti. C’è qualcosa di già sentito e sofferto. Io non posso rivivere oggi quei tempi». Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, in occasione del conferimento della laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche all’Università Statale di Milano. «Ho amiche, persone a me carissime che mi dicono, di fronte a questa recrudescenza dell’antisemitismo, di stare a casa, di non uscire, di non farsi notare – ha affermato. Io non posso rivivere quei tempi in cui lo sfondo era la sala da pranzo di una famiglia, la mia, piccolo-borghese, in cui si dicevano le stesse cose: non uscire». «Perché? Domandavo. E quel “perché” torna dopo tanti anni. Sentirmi dire: “Stai a casa, il palco alla Scala’, fa tornare quel perché intimo, umano, tragico di tempi che credevo perduti. E io lo grido, sono io che lo grido». «Sono una donna di pace e molto vecchia e non ho la forza, ma io urlo dentro di me: ‘Perché?».

Segre: «Giorno della Memoria è 365 giorni l’anno, non solo oggi»

Applausi e una standing ovation hanno accompagnato Liliana Segre al suo ingresso nell’aula magna dell’Università degli studi di Milano, dove oggi le sarà conferita la laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche. La senatrice a vita, testimone degli orrori della Shoah, è arrivata nell’ateneo accompagnata dal figlio Luciano Belli Paci. Presente anche la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, Elio Franzini, rettore della Statale. “Non sono adatta a parlare del 27 gennaio perché chi ha passato quello che ho passato io non aspetta questa data per ricordarsi di una vita fa: 365 giorni all’anno, non solo oggi, tutti i giorni possono essere uguali e diversi quel luogo non si dimentica mai”, ha detto la senatrice la senatrice a vita al suo arrivo all’Università Statale di Milano, dove le sarà conferita la laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche.

Meloni: «Con Shoah umanità ha toccato l’abisso»

È arrivato anche il messaggio di Giorgia Meloni che in una nota commemora la tragedia della Shoah. «Il 27 gennaio di 79 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Con la Shoah l’umanità ha toccato il suo abisso. Un evento storico la cui unicità – per presupposti, scientificità della pianificazione e modalità di esecuzione – è necessario ribadire con chiarezza», ha fatto sapere la premier.

«Questi sono giorni particolarmente difficili per le comunità ebraiche. Il feroce attacco di Hamas del 7 ottobre scorso ha scatenato una nuova ondata di odio contro il popolo israeliano e ha rinvigorito quei focolai di antisemitismo, che non si erano mai spenti del tutto e che hanno trovato nuovo vigore, molto spesso nascosti dietro la critica alle scelte del Governo israeliano», ha sottolineato la premier. «L’antisemitismo è una piaga da estirpare. E noi dobbiamo lavorare per combatterla in tutte le sue declinazioni, vecchie e nuove. È una priorità di questo Governo e siamo felici che in questa sfida così impegnativa possiamo contare sulle competenze, le capacità e l’esperienza del generale Pasquale Angelosanto, come Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo».

Meloni: «Nostro dovere coltivare la memoria»

«È nostro dovere coltivare ogni giorno la memoria di ciò che è accaduto e accrescerne, sempre di più, la consapevolezza nelle giovani generazioni», ha detto la presidente del Consiglio. «È un impegno che questo Governo sta portando avanti con grande costanza e determinazione. Penso, ad esempio, ad uno dei provvedimenti di cui andiamo più orgogliosi: la legge che istituisce il Museo della Shoah. A Roma è presente la più antica comunità ebraica d’Europa e la Città Eterna non poteva non accogliere un’istituzione museale specificatamente dedicata alla storia della Shoah, al pari dei Musei presenti in altre grandi Capitali europee e dello Yad Vashem di Gerusalemme. È un’istituzione che si occuperà di tramandare la memoria della Shoah e che siamo certi darà un contributo determinante affinché la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali del 1938 non cadano nell’oblio».

Salvini: «Ddl Lega contro rigurgiti antisemitismo»

«Questo Giorno della Memoria non è come tutti gli altri: l’orrore della Shoah ha trovato nuova eco nei crimini mostruosi del 7 ottobre contro inermi cittadini ebrei ad opera dei tagliagole islamici di Hamas. Stupri, decapitazioni, massacri con dettagli indicibili». Lo scrive su X il vice premier, Matteo Salvini, che aggiunge: «Una nuova ondata di antisemitismo si è diffusa in Europa: la Lega l’ha contrastata e la contrasterà in ogni modo, con denunce e mozioni in tutte le sedi istituzionali, nazionali e internazionali. È di ieri il nostro disegno di legge, presentato grazie all’aiuto dell’Unione Associazioni Italia-Israele, per adottare concretamente nel nostro Paese le misure contro l’antisemitismo e la sua definizione in tutte le sue forme, come prevede la IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance)».

«Stiamo con Israele, baluardo di democrazia e libertà, con il suo diritto ad esistere e difendersi, senza se e senza ma. Grottesche e inqualificabili le accuse di “genocidio”, tanto più in un giorno come questo. Dalla parte del popolo ebraico, contro il terrorismo islamista, contro chi soffia sul conflitto, per l’obiettivo finale di una convivenza pacifica tra due popoli in due stati, senza che qualcuno possa più avanzare l’odiosa intenzione di cancellare Israele dalla carta geografica», conclude Salvini.

Comunità ebraica Milano: «Da Schlein nulla contro antisemitismo»

«La segretaria del Pd Schlein dice di non vendere le armi a Israele, mentre dovrebbe dire una parola netta contro l’antisemitismo. A sinistra, l’unico a essersi schierato è Fassino. Mentre il capo del governo parla molto chiaramente, da sinistra tutto tace. Ci aspettavamo solidarietà forte dopo il 7 ottobre, chiedevamo una parola dura contro l’antisemitismo dalla sinistra. Ma questa parola non arriva». A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, che si dice soddisfatto per il rinvio del corteo pro Palestina: «Il ministro Piantedosi ha preso una decisione non facile, di cui lo ringrazio, il mio plauso va al governo, ai ministri. Nel giorno della Shoah non si possono usare le parole di Primo Levi per ragioni diverse da quelle per cui furono scritte. Sarebbe stato uno sfregio».

Tajani: «Hamas le nuove SS»

L'antisemitismo e Hamas «sono le nuove SS, la nuova Gestapo, perché la caccia all'ebreo è stata compiuta in maniera scientifica». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Forum Economia della Consulta di Forza Italia - Armonizzare Stato e mercato per un'Italia più forte e più equa, rispondendo a chi gli ha chiesto in merito alle manifestazioni pro Palestina, vietate nella giornata di oggi dal ministro Piantedosi.

Secondo Tajani a tal riguardo «è importante che sia garantita la sicurezza e che le manifestazioni era più opportuno si svolgessero in una giornata diversa, ricordiamo sei milioni di ebrei sterminati». Ma, ha voluto precisare «dobbiamo far sì che vengano rispettati i diritti della popolazione civile palestinese, ci sono troppe vittime». Tajani ha voluto sottolineare che i civili «non sono militanti di Hamas, e l'ho detto a Israele».