L'ex dittatore peruviano Francisco Morales Bermúdez è stato il mandante degli omicidi di diversi italiani in America Latina, tutte vittime finite nelle liste del cosiddetto Piano Condor, il sistema di repressione degli oppositori politici negli anni '70 e '80. Ma la caccia ai terroristi di Stato del Cono sudamericano di quell'epoca non è finita: sono attesi gli esiti della richiesta di estradizione di sette aguzzini e altri processi potrebbero aprirsi qui in Italia. Un capitolo intanto si è chiuso. La Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo per il generale Bermúdez, ormai centenario, tiranno del Perù dal 1975 al 1980: si conclude l'ultimo atto di una vicenda giudiziaria che nel tempo è stata segnata da condanne definitive in Italia per ex capi di Stato ed esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay in carica in quegli anni. E Oltreoceano, i parenti dei desaparecidos esultano senza darsi per vinti in quella che chiamano una «corsa contro il tempo, affinché tutti i colpevoli possano finire i loro giorni in carcere». Il compito è affidato agli avvocati Arturo Salerni e Mario Angelelli, difensori dei cittadini italiani uccisi dal 'Plan Condor': «i familiari vogliono scovarli tutti - dicono - è per questo che la ricerca di verità e giustizia va avanti». Il prossimo step riguarda la richiesta di estradizione per tutti quei condannati in contumacia già all'esito delle prime sentenze della Cassazione lo scorso luglio, quando oltre 20 persone furono raggiunte dalla condanna di ergastolo. Tra questi ci sono anche Luis Garcia Meza Tejada (ex presidente della Bolivia), Luis Arce Gomez (ministro dell'Interno della Bolivia), Juan Carlo Blanco (ministero degli Esteri dell'Uruguay), Jeronimo Hernan Ramirez Ramirez (militare del Cile), Valderrama Ahumada (ex colonnello dell'esercito del Cile). «Finora sono scampati alle sentenze con la morte», commenta Salerni, ricordando come alcuni di quegli imputati sono deceduti, ad esempio Ruiz Figuroa (ex capo dell'esercito peruviano) e Pedro Richter Prada (ex primo ministro del Perù). «È per questo - aggiunge - che la condanna dell'ex dittatore peruviano è arrivata solo ora, bisognava verificarne l'esistenza in vita, così come per Martinez Garay (capo servizi segreti peruviani), anche lui colpito dall'ergastolo».

Cartabia si attiva per l'estradizione di sette imputati

Il ministero della Giustizia - riferiscono i due legali - si è già attivato per l'estradizione di sette persone che dovrebbero scontare il carcere a vita qui in Italia: sono militari uruguayani (per i crimini commessi nel '76) e cileni (dopo colpo di stato contro Allende nel '73). «Si tratta di far eseguire le sentenze, prima che la morte li colga», spiegano i legali riferendosi a boia e oppressori già giudicati, colpevoli di aver fatto almeno 40 vittime, delle quali 23 italiane. Lo sanno bene i parenti di José Augustin Potenza e della moglie Rafaela Filippazzi, sequestrati in Uruguay nel '77, le cui ossa furono ritrovate in Paraguay nel 2016 in una fossa comune grazie alla prova del dna. Calato il sipario su "Condor", i conti con la storia non sono finiti. «Anche se quei procedimenti sono conclusi, siamo riusciti ad evidenziare che ci fu un accordo criminale tra una serie di alte personalità di quel tempo in America Latina», dice Salerni. Il riferimento è ad altre vicende collegate, da cui potrebbero scaturire nuovi processi: «l'ormai ultrasettantenne tenente colonnello Juan Carlos Malatto, che ha commesso crimini in Argentina a Mendoza tra il '76 e il '77, è fuggito qui in Italia ed è qui da 7-8 anni - aggiunge -. Per una banale questione tecnica dovuta alla trasmissione di informazioni, gli è stata rifiutata l'estradizione: ora lui è indagato dalla Procura di Roma ed è accusato di diversi omicidi, tra cui due cittadini italiani». L'altro procedimento potrebbe riguardare Nestor Troccoli, ufficiale uruguaiano, attualmente già detenuto in Italia: secondo un fascicolo redatto dagli "avvocati dei desaparecidos", fu lui a gestire il centro clandestino di detenzione e tortura dove morirono anche gli italiani Potenza e Filippazzi.