Sfuggite dalle mani di Boko Haram, sono state raggirate con false promesse di matrimonio, drogate, ubriacate e stuprate nel campo di Maiduguri, dove sarebbero dovute essere protette. È successo a 43 ragazze e minori del campo, nel nord della Nigeria, che ospita i rifugiati che scappano dalla guerra tra il gruppo terroristico e l'esercito. Tra queste, circa una decina erano state liberate attraverso lunghe negoziazioni tra la Croce Rossa Svizzera e i terroristi meno di un mese fa.E qui, dopo due anni di prigionia con i jihadisti, ufficiali dell'esercito, poliziotti, leader e vigilantes del campo, insomma chiunque volesse togliersi lo sfizio, hanno abusato ripetutamente di loro. La denuncia arriva dall'associazione per i diritti umani Human Rights Watch, che ha raccolto le testimonianze di molte donne che per paura di rappresaglie non avevano raccontato nulla. Alcune di loro pare siano state infettate con il virus dell'Hiv e rifiutano assistenza per la vergogna pubblica che ne deriverebbe. «Gli avevo detto che ero troppo giovane» dice una sedicenne di Baga, «Mi ha offerto un drink, appena l'ho bevuto mi sono addormentata. Ho capito che era successo quando mi sono svegliata. Avevo dolori, escoriazioni e sangue nella mia vagina».Il presidente Muhammadu Buhari ha twittato di essere «preoccupato e scioccato». Ma che «i nigeriani e la comunità internazionale possono stare tranquilli, la cosa non sarà presa alla leggera». E ha ordinato all'Ispettore della Polizia e altri ufficiali di aprire un'inchiesta e cominciare ad investigare immediatamente.Kashim Shettima, governatore dello stato del Borno, racconta come «questi campi sono fonte di orribili storie di schiavitù sessuale, giri di prostituzione, spaccio di droga», e perció ha pianificato l'ingresso nei campi di donne e uomini in borghese con l'obiettivo di investigare e «scoprire i colpevoli e portarli alla giustizia».«Ha finto di essere interessato a me e di volersi impegnare, ma appena ho accettato e abbiamo fatto sesso, i suoi regali sono diminuiti finchè mi ha abbandonato», dice una donna di trent'anni di Walassa riferendosi a un militare. Dopo che Boko Haram aveva ucciso suo marito e sequestrato la figlia, questa donna era stata liberata ed aveva raggiunto il campo di Maiduguri con i figli rimasti. «Ora la mia situazione è peggiorata, la nuova gravidanza mi affatica e non ho nessuno che si occupi di me e dei miei figli».Spesso, conferma l'inchiesta di Human Rights Watch, queste donne sono state raggirate attraverso proposte di matrimonio, regali, promesse di sostegno economico. È molto difficile per donne che hanno vissuto due anni di prigionia e chissà cos'altro, vedove che vivono nella vergogna di ciò che hanno subito, ritornare nella società e ricevere l'aiuto di uomini che vogliono impegnarsi.Che cosa racconteranno quando riusciranno a tornare alle loro case? Sono peggio i terroristi di Boko Haram o i militari che dovrebbero proteggerle?