Le notti di fuoco nelle banlieue, con le migliaia di arresti, con i feriti, le automobili in fiamme, gli assalti ai municipi, i corpi d’élite della polizia scesi in campo e tutto il campionario di scene da guerra civile, oltre a scuotere le fondamenta della società francese e a far scervellare i sociologi sulla bomba a orologeria dell’integrazione mancata, avranno inevitabili conseguenze sui rapporti di forza tra i partiti.

Spostando a destra tutto l’asse politico nazionale. Basta ascoltare le parole di un socialista moderato, ma pur sempre un uomo della gauche, come Francois Hollande per respirare l’aria che tira oltre le Alpi: «Diciamo le cose chiaramente: quel minorenne non avrebbe dovuto trovarsi alla guida dell’auto, e non era la prima volta. Gli agenti usano la violenza legittima dello Stato, laddove non c’è autorità», commenta l’ex presidente intervistato da Bfm tv. Più o meno la stessa linea del’Eliseo e del governo. Anche nella sinistra radicale Jean Luc Mélenchon, che non ha condannato esplicitamente gli scontri e le distruzioni delle scorse notti, è rimasto isolato, con parte dei deputati della Nupes che hanno preso le distanze. In particolare ha destato molto scalpore l’assalto alla casa di Vincent Jeanbrun, sindaco del comune di Haÿ- les- Roses che si trovava con la moglie e i figli piccoli. Davanti il municipio della cittadina alle porte di Parigi migliaia di persone di ogni colore politico sono accorse ieri in segno di solidarietà con il sindaco.

E non ci vuole una sfera di cristallo per capire che, a raccogliere i frutti di questa improvvisa escalation e a interpretare tutto quel grumo di angosce e paure che serpeggia tra milioni di elettori ogni volta che si infiammano le banlieue sarà il Ressemblement National di Marine Le Pen. L’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto dei francesi alle europee del prossimo anno indica in effetti la leader populista nettamente in testa su tutti i suoi rivali 30%, oltre cinque punti sopra il partito di Macron o un eventuale cartello delle sinistre, e stiamo parlando un’inchiesta realizzata prima dell’uccisione del 17enne Nahel e delle rivolte, eventi che storicamente hanno sempre coinciso con la robusta crescita dell’estrema destra. È accaduto con Le Pen padre e accadrà anche con la figlia.

La pancia del paese, le classi popolari “bianche” delle periferie ma anche la piccolo borghesia delle città, sostiene senza esitazione la polizia e sembra pronta ad accettare comportamenti autoritari senza versare troppe lacrime su Nahel ucciso con un colpo alla testa a 17 anni da un agente. Anche questo è il segno della drammatica frattura che si è creata tra le due Francia, una frattura che polarizza i conflitti e si mangia anche l’empatia residua : altro che fraternité.

La petizione online per sostenere la difesa legale del poliziotto, accusato dalla procura di Nanterre di omicidio volontario, ha raggiunto la stratosferica cifra di un milione di euro in poche ore, cinque volte quella per la famiglia di Nahel. Lanciata dal polemista Jean Messi ha, vicino al campione della destra identitaria e islamofoba Eric Zemmour, la colletta su GoFundMe ha raccolto le donazioni di oltre 50mila persone, Come rileva l’istituto Ipsos, se oggi si tenessero le elezioni presidenziali Marine Le Pen finirebbe in testa al primo turno con circa il 32% mentre al ballottaggio batterebbe qualsiasi altro candidato con oltre il 55% dei consensi.