L?'altra notte, a Dallas, in Texas, c'è stata la più grave strage di poliziotti dai tempi dell'11 settembre. Cinque agenti uccisi (e 12 feriti) nel corso di una manifestazione di protesta organizzata dalla comunità nera proprio contro la brutalità della polizia; sono stati freddati a colpi di fucile da un cecchino, poi abbattuto con l'ausilio di un ordigno robot dopo una sparatoria. L'uomo è stato identificato, si chiamava Micah Johnson, 25 anni, era incensurato e non apparteneva a nessun gruppo. Era un riservista dell'esercito che aveva prestato servizio in Afghanistan. Probabilmente un "lupo solitario"come emerge dai racconti dei suoi vicini di casa. Barack Obama ha definito l'attacco «odioso, premeditato e ignobile» e ha promesso giustizia per questa «tremenda tragedia»Sullo sfondo delle tensioni razziali che hanno ripreso a infiammare l'America dopo l'uccisione di due afroamericani disarmati da parte delle forze dell'ordine, a Dallas va in scena la più grave strage di poliziotti dai tempi dell'11 settembre. Cinque agenti uccisi (e 12 feriti) nel corso di una manifestazione di protesta organizzata dalla comunità nera proprio contro la brutalità della polizia; sono stati freddati a colpi di fucile da un cecchino, poi abbattuto con l'ausilio di un ordigno robot dopo una sparatoria. Inizialmente si era pensato a un'azione coordinata, a una «triangolazione armata», a un gruppo organizzato, a una vendetta pianificata sulla scia di rabbia seguita alle uccisioni di Alton Sterling in Minnesota e Philando Castile in Lousiana avvenute questa settimana. Il che avrebbe autorizzato sospetti legittimi sulla matrice terroristica dell'attacco. Tre persone, tra cui una donna, sono state fermate ma le forze dell'ordine le hanno rilasciate dopo alcune ore di interrogatorio perché non avevano alcun rapporto con i fatti, né tantomeno con il cecchino.A mano a mano che le notizie filtravano convulse da Dallas si è infatti sgonfiata la pista del commando armato: con ogni probabilità, l'assassino era un "lupo solitario" che ha agito individualmente dopo aver letto le cruente cronache degli ultimi, una vendetta privata dunque. Il cecchino è stato identificato, si chiamava Micah Johnson, 25 anni, era incensurato e non apparteneva a nessun gruppo. «Voleva solo uccidere i bianchi, specialmente i poliziotti bianchi», riferiscono le autorità locali. Johnson aveva un'eccellente prepaparazione militare in quanto riservista dell'esercito americano fino all'aprile 2015. Dal novembre 2013 a luglio 2014 aveva prestato servizio in Afghanistan nei servizi del genio militare come addetto alle costruzioni. Era abituato alla guerra e, anche se non è mai stato in prima linea, aveva ricevuto un addestramento sufficiente a uccidere dei bersagli scelti in mezszo alla folla.Secondo le testimonianze dei suoi vicini di casa raccolte nel popolare sobborgo di Mesquite a nord di Dallas, Johnson aveva il classico profilo dell'attentatore sociopatico. Solitario, taciturno, viveva con la madre e di fatto non aveva relazioni sociali: «Trascorreva la giornata come una specie di recluso, non usciva praticamente mai e non rivolgeva la parola a nessuno», racconta alla Cnn Wayne Bynoe. La polizia ha in ogni caso perquisito la sua abitazione per stabilire se e quanto Johnson avesse pianificato la strage.In un messaggio da Varsavia dove partecipa al vertice Nato, il presidente Barack Obama ha definito l'attacco «odioso, premeditato e ignobile» e ha promesso giustizia per questa «tremenda tragedia», aggiungendo che «la violenza contro le forze dell'ordine non può mai essere giustificata». Il presidente ha poi sottolineato che una volta che saranno chiariti i fatti si dovrà riaprire il dibattito sul facile accesso alle armi. Ma ha rifiutato di definire in termini razziali la strage di Dallas: «C'è gente che sente di non essere trattata in modo uguale a causa del colore della pelle. Non è una questione bianca, una questione ispanica, è una questione americana».