Un milione a Monza, ottantamila  San Siro che per una sera ha avuto un solo protagonista: Francesco. Acclamato da tutti quelli che ha incontrato dalla mattina. Bergoglio ha voluto incontrare gli ultimi i dimenticati delle periferie, i carcerati e i migranti, il popolo dei fedeli. Nel cuore e negli occhi di tutti quelli che lo hanno visto è rimasta indelebile l'emozione per quel sorriso, quella stretta di mano che Bergoglio non ha negato a nessuno. Così come ha fatto a San Vittore, dove ha voluto salutare tutti i detenuti, gli agenti penitenziari e i volontari del carcere milanese. Nella terra di frontiera di via Salomone, il Papa è salito negli appartamenti di tre famiglie: due anziani, madre padre e tre bimbi musulmani, un disabile gravissimo assistito dai parenti. Poi la preghiera in strada, di fronte a migliaia di persone, e due doni speciali ricevuti dai bambini: una stola da sacerdote e una immagine della statua della Madonnina che da sempre è nel cortile delle case popolari. Arrivato a San Vittore ha detto ai detenuti: "Mi sento a casa, siete fratelli". Si è intrattenuto con le detenute della Cam, la casa protetta per detenute madri con bambini. Subito dopo ha visto alcuni detenuti del primo raggio e del sesto, dove si è soffermato al reparto dei reclusi 'protetti'. Il pranzo al terzo raggio. Il menù - preparato dalle detenute della cooperativa 'Libera cucina' interna al carcere - è stato a base di risotto e cotoletta, due piatti tipici della tradizione culinaria lombarda. I detenuti hanno voluto affidare una lunga lettera al Pontefice: i nostri errori diventino pentimento. Nel parco di Monza, davanti a un milione di fedeli ha detto: nell'omelia: "Oggi si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia, sui migranti. Non possiamo rimanere spettatori davanti a situazioni dolorose". Lo stesso concetto, Papa Francesco lo aveva espresso questa mattina durante l'incontro con i fedeli in Duomo. Il pensiero va ai migranti, alle loro odissee che affrontano ogni giorno in cerca di un futuro migliore. Il Papa ha criticato la vita frenetica: "Quando tutto si accelera non si ha tempo per niente e per nessuno". L'ultima tappa della giornata particolare di Francesco allo Stadio di San Siro: 80mila ragazzi cresimandi con parenti ed educatori. Il saluto del Pontefice, alla Milano che verrà. Francesco ha risposto alle domande dei genitori: "I bambini ci guardano, le parole le porta via il vento. E voi non immaginate l'angoscia che provano quando i genitori litigano".