Ottanta misure per prevenire, combattere e sradicare il terrorismo di matrice jihadista in Francia e combattere la radicalizzazione dei giovani. È il pacchetto di provvedimenti presentato dal premier Emmanuel Valls alla viglia di un ciclo di eventi pubblici che secondo le autorità rappresentano altrettanti obiettivi sensibili per eventuali attentati: il Festival di Cannes, gli Europei di calcio e il Tour de France. Ma l’arsenale securitario è destinato a diventare permanente e a modificare la politica penale della patria dei diritti umani come sottolinenano i detrattori. Videosorveglianza, spionaggio, controlli nei luoghi pubblici, ma anche nelle associazioni, nelle scuole e nei club sportivi, abuso della carcerazione preventiva, aumento delle pene detentive per chi non confessa, presunzione di colpevolezza de facto.Peccato infatti che il dispositivo giuridico appena messo in piedi dal governo francese metta tra parentesi lo Stato di diritto delegando alle forze di polizia e ai servizi di sicurezza interna prerogative che fin qui erano appannaggio della magistratura. Ad esempio le nuove leggi consentiranno di pedinare, intercettare, penetrare negli account privati degli internauti o di ottenere dati telefonici senza l’autorizzazione di un magistrato. Sarà sufficiente la firma di un funzionario di polizia. Per facilitare lo spionaggio i principali operatori telefonici e web dovranno conservare per un anno tutti i dati dei loro clienti e metterli a disposizione delle agenzie di antiterrorismo.Una grande novità è la definizione del reato di “impresa terroristica individuale”, una fattispecie del tutto inedita, concepita per individuare e colpire i cosiddetti “lupi solitari”, ossia jihadisti o aspiranti tali che agiscono senza l’input di un’organizzazione alle spalle. In sostanza sarà sufficiente «detenere, ricercare, procurarsi o fabbricare oggetti o sostanze in grado di creare un pericolo o un danno a qualcuno» per essere accusati di terrorismo. Fuori dal perimetro del diritto sembra anche il provvedimento che impedisce l’espatrio a chiunque venga sospettato di contiguità materiale o semplicemente ideologica con il jihadismo. Basterà in effetti mettere un like su facebook a una pagina che esalta anche vagamente le gesta dei miliziani dell’Is per vedersi revocare il passaporto fino a due anni di durata.