La caduta del regime di Bashar al Assad in Siria, avvenuta dopo 24 anni di governo autoritario, ha avuto un impatto significativo sul Libano, un Paese con legami storici e complessi con la Siria. Le reazioni da parte di politici, leader religiosi e figure pubbliche libanesi riflettono la percezione di un cambiamento epocale, sia per la fine del regime siriano che per le possibili ripercussioni sulla stabilità e il futuro del Libano.

Samir Geagea: un simbolo di opposizione

Samir Geagea, leader delle Forze Libanesi (FL) e oppositore di lunga data dell’influenza siriana in Libano, ha accolto l’evento con entusiasmo, definendolo «il tempo della giustizia». Geagea ha ricordato i "martiri" che hanno combattuto contro il regime siriano, come Bashir Gemayel e Dany Chamoun, e ha fatto riferimento ai prigionieri libanesi detenuti in Siria, citando il caso emblematico di Boutros Khawand. Ha inoltre criticato duramente i libanesi che hanno sostenuto il regime Assad, definendo questa giornata un momento di "vergogna" per loro. Geagea ha anche esortato Hezbollah a consegnare le armi all’esercito libanese, ribadendo la necessità di rafforzare la sovranità nazionale.

Walid e Taymour Jumblatt: speranza per la libertà

Il leader druso Walid Jumblatt ha espresso soddisfazione per la caduta di Assad, descrivendola come una vittoria per la libertà. Anche suo figlio, Taymour Jumblatt, attuale leader del Partito Socialista Progressista (PSP), ha enfatizzato l’importanza dell’evento con un messaggio sui social, definendolo «la fine della grande prigione». Entrambi hanno salutato il popolo siriano per la loro resistenza e perseveranza.

Le reazioni cautelative di Gebran Bassil e Sami Gemayel

Il leader del Movimento Patriottico Libero (CPL), Gebran Bassil, ha adottato un tono più prudente, sottolineando che la situazione riguarda il popolo siriano, pur augurandosi che porti benefici anche al Libano. Sami Gemayel, leader del Kataeb, ha celebrato la caduta del "tiranno criminale" e ha reso omaggio ai martiri della resistenza libanese.

Un bilancio del regime Assad

La caduta del regime pone fine a 53 anni di dominio della famiglia Assad, caratterizzato da repressione e violenza sia in Siria che in Libano. Dal 1970, con Hafez al Assad al potere, la Siria ha esercitato un controllo politico e militare sul Libano, causando una lunga scia di violenze, tra cui l’assassinio di figure chiave come Kamal Jumblatt, Bashir Gemayel e Rafic Hariri.

Ripercussioni geopolitiche regionali

La fine del regime di Assad ha implicazioni significative per la regione. L’Iran, storico alleato della Siria, subisce un duro colpo, perdendo una pedina fondamentale per la "mezzaluna sciita". La Russia potrebbe dover rivedere le sue strategie nel Mediterraneo, mentre la Turchia si afferma come attore chiave nel nuovo equilibrio regionale.

Le sfide per il Libano

Per il Libano, la caduta di Assad rappresenta sia un’opportunità che una sfida. Da un lato, si apre la possibilità di rafforzare la sovranità nazionale e migliorare i rapporti bilaterali con la Siria. Dall’altro, rimangono problemi urgenti come la gestione dei rifugiati siriani e la sicurezza lungo i confini. La comunità internazionale sarà chiamata a sostenere il Libano in questa fase cruciale per garantire stabilità e inclusività nella regione.