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guerra ucraina russia
Dopo i primi due giorni di invasione militare in cui la vita del presidente Zelensky e della sua famiglia sembrava appesa a un filo, l’impressione era che Putin avesse rinunciato ad eliminare fisicamente il presidente ucraino. La resistenza dell’esercito ucraino , la protezione degli alleati internazionali, l’evoluzione del conflitto in una fase successiva in cui Mosca non sembra più volere il cambio di regime a Kiev “accontentandosi” del Donbass, hanno a mano a mano fatto svanire l’ipotesi. Secondo il segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e difesa ucraino Oleksiy Danilov però l’ipotesi è ancora in piedi e in questi 56 giorni di guerra ci sarebbero stati almeno quattro tentativi distinti per uccidere Zelensky. I primi due affidati alle milizie islamiste del presidente ceceno Razdam Karymov, le terribili unità Kadyrovtsy e ideati tre settimane prima dell’invasione. Gli altri assegnati ai mercenari del Gruppo Wagner: tutti hanno fallito. Al punto che nelle ultime settimane il Cremlino ha rimosso 150 tra agenti e ufficiali del Fsb, (i servizi di intelligence russi) rei di aver fornito ai mercenari informazioni se non sbagliate, molto approssimative. Ora che la pressione su Kiev si è rallentata con il grosso dei militari di Mosca concentrato nell’est dell’Ucraina, assassinare l’odiato Zelensky è molto più difficile ma non è da escludere che verranno fatti altri tentativi.Intanto a Mariupol la resistenza ucraina sembra giunta all’epilogo nonostante kle smentite di Kiev: le autorità militari russe hanno infatti annunciato la presa della città portuale sul mare di Azov ridotta a un cumulo di mecerie e che sarebbe ormai sotto il loro controllo, esclusa la zona dell’acciaieria Azostav dove restano circa duemila soldati ucraini, Dopo due giorni di bombardamenti intensi sulla struttura Putin in persona ha dato ordine di far tacere l’artiglieria promettendo agli assediati che gli verrà risparmiata la vita, «I militari ucraini possono deporre le armi e lasciare Mariupol attraverso i corridoi umanitari" ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov». Che la pace sia ancora un miraggio lontano lo indica la massiccia offensiva dell’armata russa iniziata nel Donbass e la volontà del governo ucraino nel continuare a combattere sul campo anche grazie alle cospicue forniture militari offerte dagli alleati occidentali, Stati Uniti in primis. Ieri Il presidente americano Joe Biden incontrando a Washington il premier ucraino Denys Šmihal, ha infatti annunciato un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev per circa 800 milioni di dollari, che comprende sistemi di artiglieria pesante, obici e munizioni, insieme a droni tattici fondamentali per individuare gli spostamenti del nemico sul territorio, «Putin non riuscirà mai a dominare gli ucraini, da noi i nostri alleati avranno armi e munizioni ogni giorno, chiederò questo al Congresso», dice l’inquilino della Casa Bianca. «Sono grato al presidente degli Stati Uniti e al popolo americano per la leadership nel sostenere il popolo ucraino nella lotta contro l'aggressione russa. Questo aiuto oggi è necessario più che mai!», ha commentato in serata lo stesso Zelensky ormai sempre più vicino all’amministrazione Biden. E di conseguenza lo scontro tra Mosca e Washington si disputa oramai a tutto campo, per interposta armata militare ma soprattutto a colpi di ritorsioni incrociate di espulsioni di diplomatici e liste nere di personaggi non graditi. Ieri il governo russo ha infatti vietato l'ingresso sul suo territorio a 29 personalità politiche e del mondo degli affari statunitense come risposta alle sanzioni economiche che gli Stati Uniti hanno lanciato dall’inizio della crisi. Tra le personalità presenti nella black list russa, oltre alla vice presidente Usa Kamala Harris eal marito, spicca la figura del presidente e amministratore delegato di Meta e padrone di Facebook, Mark Zuckerberg che ha bandito la propaganda filorussa sulle pagine di Fb dal primo giorno di invasione.Salgono nel frattempo a 162 gli attacchi alla sanità in Ucraina dall’inizio del conflitto con la Russia, con un bilancio di 73 morti e 52 feriti. Questi i raggelanti dati aggiornati ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha verificato e confermato altri 15 attacchi negli ultimi giorni. «Ospedali, ambulanze, medici e personale sanitario non dovrebbero mai essere un bersaglio», s’indigna l’Oms sul suo account Twitter.