C'è una legge balorda in Texas che si chiama Law of Parties e che, per usare le parole del New York Times «è l'illustrazione grottesca dell'arbitrio rappresentato dalla pena di morte». In sostanza per la Law of Parties chiunque partecipi, anche indirettamente e senza l'intenzione di uccidere, a un'azione criminale che provoca la morte di qualcuno è ritenuto responsabile come colui che ha premuto il grilletto. È seguendo questo principio che i magistrati texani hanno condannato alla pena capitale Jeffrey Wood per un crimine che non ha mai commesso.Ecco i fatti: è la mattina del 2 gennaio 1996, Wood, che ha 22 anni, è al volante di un'auto in sosta in una via di Kerville, anonimo sobborgo a una cinquantina di miglia a nord di S. Antonio. Sta facendo il "palo" a un suo conoscente, Daniel Reneau, che nel frattempo è impegnato a svaligiare una pompa di benzina dall'altra parte della strada. Il piano sembra elementare, ma le cose non vanno per il verso giusto come spesso accade in questi casi: Reneau, probabilmente sotto l'effetto di droghe, perde la testa e uccide l'impiegato della stazione di servizio con un colpo di pistola in mezzo alla fronte. Wood sente lo sparo scende dalla macchina e si precipita nel locale, pistola alla mano il suo compare lo obbliga a smontare il sistema di video-sorveglianza, poi i due si danno alla macchia portando con sé la cassaforte. Saranno arrestati il giorno dopo dalla polizia che li ritrova nascosti nelle colline tra S. Antonio e El Paso.Il processo si svolge rapidamente: sono entrambi condannati a morte; Reneau è stato giustiziato nel 2002 tramite iniezione letale, mentre Wood avrebbe dovuto essere ucciso dal boia nei prossimi giorni. Per sua fortuna l'esecuzione è stata sospesa: la Corte penale d'appello del Texas ha infatti accolto il ricorso dei suoi avvocati i quali contestano la perizia psichiatrica effettuata dal dottor James Grigson durante il processo, senza peraltro mai incontrare l'imputato, una perizia per la quale Wood rappresenterebbe «una minaccia costante per la società». Nessun riferimento al fatto che Jeffrey, fin dall'infanzia, ha manifestato seri deficit cognitivi, con un quoziente intellettivo inferiore agli 80 e l'età mentale di un ragazzino. «Il caso di Wood è la dimostrazione di come il Texas giochi con i limiti della legge per condannare a morte qualcuno, nessun altro Stato avrebbe mai pronunciato quella sentenza, siamo di fronte a una parodia di giustizia», tuona Robert Dunham, direttore del Centro d'informazione sulla pena di morte.Nella sua poco edificante carriera Girigson, soprannominato dagli avvocati texani Dr. Death (Dottor morte), ha reclamato la pena capitale in 163 processi negando con ossessiva pervicacia qualsiasi attenuante. Grande oratore, riusciva a convincere le giurie "oltre ogni ragionevole dubbio" della colpevolezza degli imputati; a suo modo un talento, ma a causa della sua condotta faziosa è stato radiato «per motivi etici» dall'Associazione americana degli esperti-psichiatri. Il profilo decisamente controverso di Grigson (scomparso nel 2004) ha così convinto gli alti giudici di Austin a concedersi un supplemento d'inchiesta. «Anche il comportamento esemplare di Wood, che nei 20 anni trascorsi nel braccio della morte non ha mai mostrato un'intemperanza o il minimo accenno alla violenza anche dio fronte alle provocazioni delle guardie carcerarie, ha probabilmente influito nella decisione di sospendere l'esecuzione. Per ora. Sulla spinta di amici e familiari da anni è in corso una campagna affinché il governatore del Texas Greg Abbott conceda la grazia a Wood (SaveJeffWood. com). In suo favore si sono schierati anche cinquanta religiosi, per lo più pastori protestanti.«Non ho mai incontrato nessun condannato a morte con un così basso livello di colpevolezza, Jeffrey Wood non ha ucciso nessuno, non era neanche nel locale dove è stato commesso il crimine e ignorava persino che l'assassino portasse con sé un'arma da fuoco. Io che lo conosco da diversi anni dico che non farebbe male a una mosca, poi certo, vive in uno stato di perenne depressione, ma chi non lo sarebbe al suo posto? », spiega l'avvocato Kate Black.Dall'inizio dell'anno dieci persone sono state uccise dal boia negli Stati Uniti, la metà di queste in Texas, che rimane lo Stato che più di tutti fa ricorso alla pena capitale.