Sono 19 finora i manifestanti arrestati dall'inizio delle proteste organizzate per oggi da decine di migliaia di cittadini in tutto il territorio di Israele, nel "giorno della resistenza" contro la riforma del sistema giudiziario voluta dal governo di Benjamin Netanyahu.

Secondo il quotidiano israeliano "Times of Israel", 14 degli arrestati sono stati fermati nelle regioni centrali del Paese, altri tre a Tel Aviv e due nelle località costiere, tutti con la stessa accusa di "turbamento dell'ordine pubblico". Le manifestazioni sono andate avanti per tutta la mattinata di oggi, con blocchi del traffico. La polizia israeliana ha chiuso al traffico Azza Street, a Gerusalemme, dove si trova l'abitazione privata di Netanyahu, bloccando l'accesso pedonale nelle immediate vicinanze.

La scorsa settimana, la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato in prima lettura il contestato disegno di legge per l'abolizione del principio di ragionevolezza, che limita i poteri della Corte suprema. La plenaria del parlamento ha approvato in prima lettura il disegno di legge con 64 voti a favore e 56 contrari. Dopo l'esame della commissione Costituzionale del parlamento, il documento ritornerà in aula per la seconda e terza lettura. Il disegno di legge prevede la limitazione dei poteri della Corte suprema rispetto ai pareri sull'attività del governo. In particolare, il decreto legge abolirebbe, se approvato in via definitiva, il principio di ragionevolezza riservato alla Corte suprema per interpretare le leggi fondamentali dello Stato di Israele, che non ha una Costituzione scritta. Di fatto, l'abolizione del principio di ragionevolezza vieterebbe alla Corte suprema di intervenire qualora il governo agisca contro le leggi fondamentali. 

A Tel Aviv, intanto, i manifestanti hanno bloccato l'entrata al ministero della Difesa, abbassando a metà staffa la bandiera israeliana fuori dalle sedi delle Forze di difesa israeliane (Idf). A Kaplan Street, si è tenuta la protesta indetta dall'organizzazione Fratelli in armi, costituita dai riservisti delle Idf, che hanno pronunciato gli slogan "(il ministro della Difesa, Yoav) Gallant sta distruggendo l'Esercito del popolo" e "Le forze israeliane in difesa della democrazia". I riservisti, successivamente, si sono diretti verso la sede della borsa di Tel Aviv, unendosi al gruppo dei manifestanti del settore tecnologico, il cui slogan è "Salvate la nostra economia".

Nel corso delle proteste, diverse autostrade sono state bloccate per breve tempo dai manifestanti, che hanno eretto barriere improvvisate e hanno organizzato un presidio in cinque stazioni ferroviarie del Paese, provocando ritardi nella circolazione dei treni. Intanto, nella città di Ra'anana, nel centro del Paese, una donna di 40 anni è stata investita da un'auto mentre partecipava alla manifestazione lungo l'autostrada 531. L'autista del veicolo è stato trattenuto dalla polizia per accertare la dinamica dell'accaduto e, secondo le informazioni preliminari, si sarebbe trattato di un incidente.

Il "giorno della resistenza", inizialmente previsto per ieri, è stato poi rinviato a oggi. Secondo gli organizzatori delle proteste, le manifestazioni di oggi "avvieranno una settimana di resistenza civile e disobbedienza nei confronti della riforma giudiziaria". Quanto alle tensioni tra il governo israeliano e le Idf, Gallant era stato messo in guardia, ieri, dal capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, circa il numero crescente dei riservisti che minacciavano di non effettuare più il loro servizio, nel caso in cui fosse passata la riforma giudiziaria. Da parte sua, il capo del partito Yisrael Beitenu, Avigdor Liberman, ha dichiarato che "il ruolo del capo di Stato maggiore è sempre stato di garantire la sicurezza e di mantenere un alto livello di competenza tra i militari".

Tuttavia, "nelle circostanze attuali ciò è impossibile", ha aggiunto il deputato, "per questo il capo di Stato maggiore deve dimettersi, non ha altra scelta". Ieri Halevi, aveva anche dichiarato che gli appelli dei riservisti a non prestare servizio militare "provoca danni alle Idf e alla sicurezza nazionale".