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Associated Press/LaPresse
La Corte costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali. La decisione senza precedenti è arrivata dopo che mercoledì il Presidente Klaus Iohannis aveva dichiarato che la Russia ha condotto una vasta campagna che comprendeva migliaia di account sui social per promuovere il vincitore Calin Georgescu su piattaforme come TikTok e Telegram. Georgescu, outsider di estrema destra, avrebbe dovuto affrontare domenica al ballottaggio la riformista Elena Lasconi del partito Save Romania Union.
La procura ha aperto una inchiesta sui finanziamenti della campagna elettorale di Georgescu, il candidato arrivato dal nulla che ha vinto a sorpresa il maggior numero di voti al primo turno con posizioni di estrema destra, filorusse e populiste. Contro di lui Lasconi, sindaca del piccolo centro abitato di Câmpulung, leader del partito liberale Usr, forza politica anti-establishment ma allineata su posizioni pro Nato e pro Ue.
Ieri sera migliaia di persone sono scese in piazza nel centro di Bucarest, sulla Piazza dell’università, con le bandiere della Romania e dell’Unione europea, per esprimere sostegno per i valori europei, nel timore di una vittoria di Georgescu. Il candidato dell’estrema destra, che ha 62 anni, ha pubblicato foto su un cavallo bianco che ricordano immagini di Putin nella natura, richiamo alle tradizioni e all’idealismo ortodosso, il capo estraneo alla politica corrotta in grado di ridare forza al popolo.
L’inchiesta aperta ieri dalla Procura riguarda anche possibili azioni di corruzione e di riciclaggio per influenzare l’esito del voto durante la campagna elettorale. Georgescu si è presentato al voto come indipendente dopo la rottura con la principale forza dell’estrema destra. Senza un partito alle spalle. Non ha denunciato spese per la sua campagna elettorale. Ma le agenzie di intelligence hanno scoperto una campagna su TikTok in suo favore, coordinata da un gruppo Telegram, decollata due settimane prima del voto e attribuita possibilmente ad «attori non statali», vale a dire la Russia, e messa in opera da «una società di marketing digitale molto efficace».
I coordinatori suggerivano i trucchi per sfuggire ai sistemi di controllo dei contenuti. Una campagna con modalità simili a quella messa in atto nella vicina Moldova per le recenti elezioni presidenziali e per il referendum sull’Ue, basata sul sostegno di influencer a pagamento - reclutati da aziende intermediarie con l’obiettivo di promuovere un «candidato ideale» in cambio di 80 euro a post per ogni 20mila follower garantiti - di estremisti, gruppi di estrema destra e anche esponenti della criminalità organizzata: una rete di 25mila account sulla piattaforma social made in China associata alla sua campagna, 800 dei quali esistenti dal 2016, l’anno di nascita di TikTok. Ma si sono attivati solo questo novembre.
Gli influencer hanno inizialmente pubblicato video in cui discutevano il profilo del candidato ideale per le presidenziali con uno stesso hashtag, senza fare il nome di Georgescu, video che sono arrivati a essere visualizzati fino a 500mila volte. Il misterioso romeno associato alle criptovalute noto sulla piattaforma come Bogpr ha versato 381mila dollari a utenti di TikTok per promuovere Georgescu nelle settimane precedenti il primo turno, hanno ricostruito gli inquirenti romeni. «Le autorità in Romania stanno gettando luce su uno sforzo della Russia, di vasta scala e ben finanziato, per influenzare le recenti elezioni presidenziali», ha dichiarato ieri a Malta il segretario di Stato americano, Antony Blinken.