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L’ex primo ministro del Pakistan, Imran Khan, mantiene la sua battaglia politica nonostante la detenzione che dura da oltre un anno. Dalla prigione, Khan guida il Movimento per la giustizia del Pakistan (PTI) e resta un punto centrale nei processi decisionali del partito. In una recente intervista concessa al Wall Street Journal, Khan ha dichiarato: “Continuerò a lottare per la democrazia e contro le ingiustizie”. Ha anche sottolineato come molti cittadini, compresi quelli tradizionalmente meno interessati alla politica, riconoscano la "profonda ingiustizia" legata alla sua detenzione.
Nonostante la prigione, Imran Khan mantiene contatti regolari con i suoi legali, a cui affida ruoli chiave all'interno del partito. Durante le elezioni dello scorso febbraio, i candidati del PTI hanno vinto la maggior parte dei seggi, nonostante le limitazioni alla campagna elettorale e le accuse di brogli mosse dal partito, respinte con forza dal governo e dall’esercito.
Khan ha affermato che "il popolo e io abbiamo vinto", ribadendo che “nessuna parte della società è davvero libera in Pakistan”. Questo riflette la sua critica verso il governo attuale, guidato dal primo ministro Shehbaz Sharif, e il ruolo delle Forze armate, che continuano a sostenere l’esecutivo. Il governo attuale cerca infatti di approvare emendamenti costituzionali per limitare il potere dei tribunali, ma fatica a ottenere un'ampia legittimazione politica.
Il Wall Street Journal ha anche riportato che diverse accuse di corruzione e divulgazione di segreti di Stato mosse contro Khan sono state sospese o annullate. Tuttavia, l'ex primo ministro rimane in prigione con altre accuse in sospeso. Secondo il ministro della Difesa, Khawaja Muhammad Asif, il governo potrebbe presto formalizzare nuove accuse contro Khan, relative alle proteste dei suoi sostenitori che nel 2022 culminarono in attacchi a strutture militari. Alcune di queste accuse potrebbero portare addirittura a una condanna a morte.
Dalla crisi politica del 2022, che ha portato alla caduta del governo di Khan attraverso un voto di sfiducia, il Pakistan vive una situazione di instabilità politica ed economica. L’ex premier continua a raccogliere il sostegno popolare, utilizzando la rabbia dei cittadini come leva per il suo scontro con le forze armate.
Il portavoce dell’esercito, il tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry, ha respinto qualsiasi accusa di interferenza politica, affermando: “L’Esercito del Pakistan è un esercito nazionale e non ha un’agenda politica”.