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La Camera penale di Modena ha organizzato un’iniziativa su “criminalità organizzata e terrorismo”. Tra i relatori ha invitato il generale Mori, che un pochino pochino se ne intende, visto che ha passato più o meno tutta la sua vita professionale ad occuparsi proprio di questi due fenomeni. Impiccate Mori, è colpevole di avere sgominato la mafia?
Prima lavorando all’antiterrorismo col generale Dalla Chiesa, poi dirigendo i Ros in Sicilia, impegnati nella lotta alla mafia, e infine al vertice dei Sisde, cioè dei servizi segreti.
Però il generale Mori ha un difetto. Un difetto grande. È odiato dalla famosa “Compagnia Antimafia”, quella associazione di magistrati, giornalisti e un po’ di politici che ritiene di avere, per diritto divino, l’esclusiva della lotta alla mafia e non sopporta quelli che – non facendo parte della compagnia – si occupano in modo un po’ più concreto di lotta alla mafia, magari senza chiacchierare tanto ma catturando una certa quantità di mafiosi.
E così Mori è finito nel tempo per ben tre volte sotto processo, accusato di favoreggiamento o addirittura di concorso esterno. Tre processi, lunghi anni. I primi due ampiamente conclusi con clamorose e ripetute assoluzioni per non aver commesso il fatto, e tante scuse; il terzo ( quello famoso e ormai quasi comico sulla presunta trattativa Stato- mafia) che dura da anni, si riferisce a fatti di un quarto di secolo fa, e ormai è stato annientato da tanti processi paralleli e da piogge di assoluzioni; che tuttavia un gruppetto di sostituti procuratori ( o ex) di Palermo si ostina a trascinare in attesa della conclusione, che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi ( è un processo che ipotizza che Scalfaro e Berlusconi, non imputati ma citati a ogni piè sospinto, progettarono non si sa bene cosa insieme a Totò Riina. No, non sto scherzando: è così).
E allora l’idea che Mori possa essere invitato a un convegno ha scatenato le ire della “Compagnia”. Che – forse anche sulla spinta di un risultato elettorale che ha abbastanza esaltato i populisti – ha iniziato a fare fuoco e fiamme, attraverso “Il Fatto Quotidiano”, contro il convegno, contri i penalisti e contro Mori. In particolare contro i penalisti modenesi, colpevoli anche di un altro reato: quello di lesa maestà verso i giornalisti, per avere messo in piedi un osservatorio nel quale si studia come i giornali si comportino nella cronaca giudiziaria, e quanto peso diano alle tesi dell’accusa e quanto a quelle della difesa. I penalisti di Modena, oggetto di questa polemica, sono stati ripetutamente definiti, sui giornali, “i legali dei boss”, senza che nessuno ( tranne, credo, il “Dubbio”) abbia avuto niente da dire sull’etica giornalistica che sostiene questo modo di calunniare gli avvocati.
Stavolta però contro Mori si è mossa persino la Cgil e anche un senatore del Pd, Stefano Vaccari. Sostenendo, tra l’altro, che in attesa della sentenza al processo di Palermo, Mori non può essere considerato colpevole ma neppure presunto innocente.
Ecco: non è così. Non solo, a norma di Costituzione, Mori è presunto innocente, e non solo questo concetto, che in fondo non è complicatissimo, dovrebbe entrare prima o poi nelle teste dei nostri politici e dei nostri giornalisti, che invece purtroppo non lo conoscono. Ma Mori può anche essere considerato un presunto perseguitato. Visto che per ben due volte è stato accusato ingiustamente di favoreggiamento e ora, per la terza volta, viene processato esattamente per gli stessi fatti per i quali è stato assolto.
Mori è stato accusato di avere trattato con la mafia. Ora sarebbe bene che tutti sapessero che Mori è l’uomo che dopo l’omicidio di Falcone e poi di Borsellino, ha guidato la cattura di Totò Riina, cioè del capo assoluto e imprendibile dei corleonesi e di Cosa Nostra, e poi quella di tanti esponenti di primissimo piano della mafia, compreso l’ex sindaco Ciancimino,. In nessun altro paese del mondo potrebbe succedere che l’uomo che ha inferto un colpo mortale alla mafia sia trattato come un amico dei mafiosi, per di più da gente che di mafia sa pochissimo e contro la mafia, sicuramente, non ha mai mosso un dito.
Che tutto questo avvenga per sostenere le polemiche del Fatto Quotidiano, beh, te lo aspetti. Ma perchè il Pd e la Cgil si facciano coinvolgere in simili folli polemiche forcaiole e insensate, questo è più difficile da capire. Ed è più preoccupante.