Il Senato brasiliano ha votato a favore dell'impeachment per la Presidente Dilma Rousseff. I sì sono stati 55, i no 22. Ora la Presidente Rousseff sarà sospesa dalla carica per sei mesi, durante i quali si svolgeranno le olimpiadi di Rio.Rousseff sarà processata con l'accusa di avere truccato i conti pubblici. Durante la sospensione di sei mesi, le sue funzioni saranno prese dal vicepresidente Michel Temer. Rousseff accusa Temer di avere messo in atto un colpo di Stato istituzionale.SOSPENSIONE PER SEI MESIOra la presidente Rousseff sarà sospesa dalla carica per sei mesi, periodo in cui tra l'altro si svolgeranno le Olimpiadi di Rio e in cui dovrà essere processata. Il voto potrebbe segnare la fine di un'era per la sinistra brasiliana e per il Partito dei Lavoratori, al governo da 13 anni nel più grande Paese dell'America latina, prima con Inacio Lula De Silva e ora con Rousseff. Ad assumere le funzioni di presidente sarà il vice di Rousseff, Michel Temer, il quale in teoria potrebbe anche completare il mandato fino al primo gennaio 2019, qualora Dilma Rousseff fosse definitivamente condannata e non venissero convocate elezioni anticipate. Il voto del Senato è giunto al termine di una maratona parlamentare durata 22 ore e un dibattito a cui sono intervenuti 71 senatori su 81, tutti con 15 minuti di tempo a disposizione. L'impeachment è stato invocato per la presunta irregolarità di una serie di manovre fiscali per "truccare" il bilancio tra il 2014 e il 2015.LE REAZIONI"Il via libera del Senato dimostra chiaramente che il Brasile si sta avviando verso una svolta storica. L'era Lula-Roussef è finita, la Presidente è ormai sul viale del tramonto", afferma Renata Bueno, deputata italo-brasiliana eletta nella Circoscrizione America meridionale. "Troppi anni di corruzione, di stretto connubio tra interessi pubblici e privati, di malaffare, di mancanza di quella vera democrazia che più volte è stata rivendicata nelle recenti manifestazioni di piazza contro il governo", prosegue. "Già il voto favorevole della Camera del 17 aprile scorso aveva fatto intendere che non ci sarebbe stato un dietrofront e la decisione del Senato non fa che confermare quello che per me è una certezza da sempre: il Brasile vuole il cambiamento. Negli ultimi anni questo grande Paese è stato lo scenario di tanti eventi internazionali, e lo sarà ancora con le prossime Olimpiadi di Rio 2016. Il Brasile - conclude Bueno - ha bisogno di ritrovare stabilità politica e fiducia sia per il suo popolo che per i tanti stranieri, di cui moltissimi italiani, che hanno investito e continueranno ad investire tante risorse nel paese verde-oro".