Alexei Gorinov, avvocato ed ex deputato municipale di Mosca, in carcere dalla primavera del 2022, continua a restare in isolamento. Le sue condizioni di salute inoltre sono sempre più precarie. La storia di Gorinov è particolarmente significativa, dato che si inserisce nell’ambito della persecuzione giudiziaria che ha riguardato i dissidenti politici avviata poco dopo la guerra di aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina. L’avvocato moscovita è stato arrestato il 26 aprile 2022 per aver criticato l’invasione dell’Ucraina di due mesi prima. Nei suoi confronti è stata applicata per la prima volta la legge sulle notizie false che screditano l’esercito. Per questo sta scontando una pena complessiva a dieci anni di carcere, a seguito di due distinte sentenze di condanna (l’ultima risale al novembre 2024).

È di ieri la notizia della proroga – la quarta consecutiva - della detenzione in isolamento di Gorinov per altre due settimane nella colonia di Rubtsovsk. A comunicarlo sono stai i suoi difensori. Il trattamento in carcere riservato a Gorinov è disumano. I motivi riguardanti l'applicazione delle misure punitive sono tanto formali quanto pretestuosi. Le autorità carcerarie hanno contestato l’ultima volta ad Alexei Gorinov il fatto di non aver tenuto le mani dietro la schiena mentre si trovava fuori dalla cella senza manette.

La volta precedente l’isolamento è scattato perché non ha mantenuto le mani dietro la schiena mentre riceveva le lenzuola pulite in cella. Un’altra volta ancora l’isolamento è stato applicato perché il detenuto ha lasciato sul comodino le lettere ricevute da parenti e amici che cercano di incoraggiarlo e tenergli alto il morale.

Il trattamento riservato a Gorinov, sostengono i suoi avvocati, mira a rendergli sempre più difficile la vita dietro le sbarre e fargli pressione psicologica. Un monito, al tempo stesso, per altri prigionieri politici di cui, purtroppo, si parla sempre meno. Altro aspetto dell’accanimento perpetrato nei confronti dell’avvocato di Mosca riguarda l’applicazione delle norme sull’isolamento carcerario. Le infrazioni attribuite al detenuto Gorinov vengono esaminate da un'apposita commissione. L’isolamento viene applicato non per la durata massima di 15 giorni, ma per 14 giorni. Con questo meccanismo la direzione dell’istituto penitenziario si riserva di prorogare la misura più volte, se non viene raggiunto il tempo massimo della durata.

L'ex deputato municipale sostiene che non intende violare alcuna regola in carcere e sulla pagina Telegram, gestita dai familiari e dai suoi avvocati, ha rilevato con amarezza che è passato da un “colonia a regime severo” ad una 'colonia punitiva'. Se da un lato la commissione sull’applicazione dell’isolamento è solerte, dall’altro lato nessun riscontro viene fornito al detenuto dalla direzione del carcere in merito alle richieste di essere sottoposto ad alcune visite mediche. Gorinov soffre di cuore e ha problemi respiratori.

In passato ha avuto anche la tubercolosi. Le condizioni di salute si sono aggravate in oltre tre anni di carcere soprattutto per l’ambiente malsano della cella. «L'isolamento punitivo – racconta al Dubbio l’avvocato Denis Shedov, che è anche attivista di Memorial - avviene in una “baracca” sporca dalle dimensioni di circa otto metri quadrati. Il pavimento di legno presenta buchi dai quali entrano insetti; le pareti hanno pezzi di intonaco che si staccano e la pittura è ormai ammuffita. La piccola apertura che funge da finestra non consente di vedere quasi nulla. La branda è fissata al muro e viene staccata solo di notte. È presente un lavandino arrugginito, mentre il gabinetto è costituito da un tubo in una base di cemento, chiuso da una sfera di gomma che deve essere spostata durante l’uso». L’unica compagnia in questi mesi di isolamento punitivo, come ha scritto Gorinov ai suoi difensori, è quella degli “amici pelosi', vale a dire due topi che si introducono dal pavimento rotto e che condividono con il carcerato la “modesta razione di cibo giornaliera”.

«Ormai è chiaro – aggiunge Shedov -, si vuole rendere la vita di Alexei Gorinov impossibile. Lui è molto disciplinato e non ha mai violato nessuna regola all’interno della colonia carceraria in cui è ospitato. Presta la massima attenzione a tutto quello che gli viene chiesto di fare, proprio per non dare all’amministrazione penitenziaria il minimo pretesto per subire contestazioni e provvedimenti» . Anche la rete si è mobilitata per sostenere Alexei Gorinov. Oltre a Memorial e Ovd- Info, organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani in Russia, la piattaforma “Woodpicker” ( Picchio) ha avviato una campagna per porre fine alla “detenzione sotto tortura” di Gorinov e proteggerlo da condizioni che mettono a rischio la sua vita.

I visitatori della piattaforma possono scrivere alla Direzione del Servizio penitenziario federale e al Servizio penitenziario federale per il territorio dell’Altaj. Si possono chiedere, tra le varie cose, un’ispezione della colonia, volta a verificare le condizioni di Gorinov nella cella di punizione, o una visita medica non programmata con trasferimento, se necessario, in ospedale.