Tutti ripetono una sola parola per definire la situazione: caos. Il sito internet dell’Inps è andato in tilt per i troppi accessi e esiste addirittura l’ipotesi che sia stato hackerato e in tilt è andata anche la pace tra governo e opposizioni, con Matteo Salvini in prima linea a criticare la gestione Conte. il decreto ministeriale, fortemente criticato da ordini professionali e associazioni di categoria, ha atteso giorni prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e i professionisti hanno passato giorni di confusione, nell’attesa di capire le modalità di accesso al bonus di 600 euro. Quello sulla gestione delle misure a sostegno del reddito di professionisti e partite Iva è stato un pasticcio annunciato. Per quanto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, abbia provato in extremis a rassicurare tutti sul fatto che «Non c’è una deadline. Questi fondi continueranno ad essere rimpinguati per tutta la durata della crisi. Non c’è nessuno rischio che chi ha diritto a questo bonus perda il diritto per nessun motivo. È un diritto acquisito», la farraginosità comunicativa ha avuto la meglio.

La politica

Tanto che la prima sedia a traballare è proprio quella di Tridico: dalle opposizioni è arrivata immediatamente la richiesta di dimissioni, ma anche Italia Viva ha scaricato il presidente, con Luciano Nobili che ha parlato di «incredibile frittata di Tridico, si scusi con gli italiani» e Maria Chiara Gadda che ha aggiunto: «Tridico prenda atto da solo che non è in grado di gestire questa fase, visto che non è nuovo a gaffe e disservizi e valuti se non sia opportuno presentare immediatamente le sue dimissioni». Anche il Partito Democratico ha giudicato «intollerabile» quanto accaduto, con Debora Serracchiani che ha criticato la scelta di «aver comunicato nei giorni scorsi che questo tipo di accesso sarebbe stata l’unica opzione disponibile per richiedere le indennità per professionisti e autonomi». La vice presidente Dem ha sottolineato che «Il Pd aveva chiesto di consentire che i commercialisti e gli intermediari, in quanto iscritti all’ordine, potessero spedire una Pec all’Inps certificando le ore di lavoro perse e la richiesta di cassa integrazione, aggiungendo l’iban del dipendente. In questo modo, entro il 10 aprile l’Inps sarà in grado di procedere con un bonifico. Un provvedimento preso in questa direzione aiuterebbe una gestione ordinata e celere del sito dell’Inps e verrebbe incontro alle giuste esigenze dei cittadini». Fallimento su tutta la linea, dunque, nel primo giorno di applicazione del nuovo dm. Risultato: il sito “chiuso per lavori” e apertura scaglionata in futuro, dalle 8 alle 16 per i patronati e i consulenti del lavoro e dalle 16 in poi per i cittadini.

Le professioni

Anche il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha espresso tutto il suo disappunto: «Lo avevamo detto: per questo appuntamento serviva uno sforzo straordinario per il quale i commercialisti si erano messi a disposizione. Ci è stato detto inspiegabilmente di no, ma oggi è chiaro che la nostra proposta sarebbe stata estremamente utile al sistema. Per questo ci auguriamo che il Governo ci ripensi». Ora, ha aggiunto il consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’area lavoro, Roberto Cunsolo «ci troviamo con i nostri studi presi comunque d’assalto dai nostri clienti che ci chiedono aiuto e assistenza e con il sito dell’Inps in tilt, con informazioni personali spiattellate sulle loro pagine».Eppure i guai, lungi dall’essere risolti, sembrano essere a monte del nuovo decreto. L’Aiga, l’associazione dei giovani avvocati, pur apprezzando l’eliminazione del “requisito della regolarità contributiva”, ha evidenziato come le criticità rimangano: “In primis, la durata del bonus, prevista per il solo mese di marzo, quando con ogni evidenza l’emergenza sanitaria ed il conseguente blocco della attività professionale durerà anche per tutto il mese di aprile”, inoltre, “l’esclusione tra i beneficiari del bonus dei giovani avvocati che hanno avviato l’attività professionale nel 2019 e nel 2020, e che non hanno dunque effettuato la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2018”, infine, l’errore che tutti i professionisti sottolineano: “il criterio cronologico nella erogazione del bonus, che impone mortificanti “corse al click”. Proprio questa “corsa al click” è stata negata dallo stesso Tridico, che ha spiegato che «Non c’è un chi prima arriva meglio alloggia. Non c’è un ordine cronologico» ma «un diritto acquisto in base ad un solo criterio per quanto riguarda gli autonomi in particolare. Essere stato un lavoratore autonomo fino al 23 di febbraio. Questa è l’unica condizione che come Inps registriamo». Quanto ai versamenti, avverranno entro il 15 di aprile, ha assicurato l’Inps: «Contiamo di avere pagato al 15 aprile una molle importante di persone e continueremo comunque per tutto mese di aprile». Per ora, tuttavia, grande continua a essere la confusione sotto il cielo.