Il Consiglio Nazionale Forense, riunitosi ieri nel plenum, è intervenuto con forza contro le iniziative di alcuni avvocati volte a pubblicizzare e sollecitare azioni giudiziarie legate all’attuale emergenza sanitaria. La rappresentanza istituzionale dell’avvocatura - preso atto delle segnalazioni giunte dal presidente della Federazione Nazionale dei medici, della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e delle comunicazioni arrivate dai consigli degli ordini e delle Unioni forensi - ha espresso «la propria solidarietà e gratitudine a tutti i medici, infermieri, personale sanitario in genere, e volontari che, a vario titolo, sono impegnati nella cura e nell’assistenza di coloro che sono stati colpiti dalla malattia e nell’aiuto alla cittadinanza», «la propria vicinanza ai malati che lottano per la guarigione» e «cordoglio a chi in questo periodo è nel dolore per la perdita di una persona cara». Ma soprattutto ha assicurato «attenta vigilanza rispetto ai denunciati comportamenti di quei pochi iscritti che, indegnamente speculando sul dolore altrui in questo difficile tempo che vive il nostro Paese, disonorano l’Avvocatura tutta».

In una delibera di risposta indirizzata alla Federazione Nazionale dei medici e degli Odontoiatri, il Cnf ha assicurato di aver accertato «la limitata e, per fortuna, marginale diffusione di tali censurabili comportamenti, sia sotto il profilo etico che deontologico», ma ha ribadito «l'attenta e forte vigilanza di tutte le istituzioni forensi nell'individuare e sanzionare tali comportamenti». Il Cnf «censura e condanna ogni comportamento che, in qualsiasi forma e modo, attenta alla dignità` dell'Avvocatura che invece, anche e soprattutto in queste circostanze, ancora una volta, sta dimostrando piena consapevolezza del ruolo sociale a cui è chiamata e a cui non intende sottrarsi» ed esprime in maniera forte e incondizionata «solidarieta` e gratitudine a tutti i medici, ai professionisti sanitari e ai tanti volontari quotidianamente impegnati nella cura e nell’assistenza dei cittadini colpiti dal contagio e la propria vicinanza a tutti i dottori, operatori, volontari, che sono stati contagiati dal Covid- 19 nell'esercizio della loro opera di cura».

Il Cnf, poi, ha usato parole durissime nella delibera indirizzata agli Ordini forensi e ai Consigli distrettuali di disciplina, in cui ha «condannato fermamente ogni comportamento in qualsiasi modo o forma espresso che miri a profittare professionalmente dell’attuale situazione emergenziale» e invitato i Consigli degli Ordini degli Avvocati a «vigilare in modo particolarmente attento sulla condotta dei propri iscritti, sotto il profilo della eventuale violazione delle regole deontologiche e a prontamente denunciare tali comportamenti dei propri iscritti, sia come singoli professionisti che come appartenenti a studi associati o società di avvocati, che tali deplorevoli iniziative hanno assunto o abbiano ad assumere» e i Consigli Distrettuali di Disciplina «a perseguire comportamenti che ledono la dignità, l’onore e il decoro dell’Avvocatura con messaggi, in qualsiasi forma espressi, contrari ai doveri di corretta informazione e/ o finalizzati all’accaparramento di clientela».

Iniziative analoghe sono state assunte anche dall’Unione Lombarda degli Ordini Forensi, dall’Unione Triveneta, dall’Unione Regionale dei Consigli dell'Ordine Forense dell'Emilia- Romagna e l’Unione Regionale Forense delle Marche. La Ulof ha stigmatizzato tali comportamenti che «quando coinvolgono avvocati, gettano un velo di discredito sull’avvocatura che, viceversa, partecipa a questa tragedia nazionale con senso di responsabilità e vicinanza alle professioni sanitarie che tanto si stanno prodigando per la collettività, pagando anche un pesante tributo in termini di perdite umane» e comunicato che «nessuna condotta illecita resterà priva di denuncia e conseguente trasmissione degli atti ai competenti Consigli Distrettuali di Disciplina, e che con lo stesso rigore saranno valutati i casi passibili di denuncia nei confronti dell’Autorità Garante della concorrenza». Anche il Triveneto ha sottolineato come «suddette iniziative rivestono ancor piu` rilievo e sono ancor piu` gravi proprio perche ´ rivolte nei confronti, da un lato a medici, infermieri, operatori sanitari in genere e strutture ospedaliere, indicati quali possibili responsabili, dall’altro ai cittadini cui, in un momento di insicurezza sociale e drammaticita` come questo, ancor piu` suggestionabili sul piano emozionale, viene fornita una fuorviante e pericolosa informazione» e assicurato che «vigilerà con assoluto rigore la condotta degli iscritti». L’Unione Forense dell’Emilia Romagna, nel garantire attento controllo sul territorio, ha definito i comportamenti «odiosi, inqualificabili e intollerabili, soprattutto perché rivolti contro gli appartenenti a quel “fronte sanitario” che, in questo momento e mettendo a repentaglio la propria vita, rappresenta il vero argine al diffondersi dell’epidemia» e sottolineato che «ancor più inaccettabile è che tali atti di sciacallaggio provengano da appartenenti alla nostra categoria professionale, in provocatoria e quasi irridente violazione degli artt. 17 e 37 del Codice Deontologico Forense». Sulla stessa linea anche l’Unione forense delle Marche, che ha evidenziato come «tali comportamenti hanno come scopo l’accaparramento di clientela sanzionato dal Codice Deontologico Professionale Forense e ledono la dignità ed il decoro della professione» ma soprattutto «si connotano di maggiore gravità perché si rivolgono a soggetti già gravemente provati dalla situazione di emergenza epidemiologica e ingenerano preoccupazioni nella classe medica».

Le stesse prese di posizione sono arrivate anche da molti ordini territoriali, tra i quali il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Bari, Torre Annunziata, Foggia e S. Maria Capua Vetere.