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A12 anni, i figli dei detenuti al 41 bis diventano “maggiorenni”. Parliamo di una delle restrizioni che avvengono al carcere duro. Infatti, per i colloqui visivi con i figli minori, in seguito alla legge del 2009 la circolare del Dap aveva disposto che «i colloqui del detenuto in regime di 41 bis che si svolgano esclusivamente con figli minori di anni 12 potranno avvenire senza vetro divisorio, in sale colloquio munite di impianti di videoregistrazione ( con ovvia esclusione del sonoro) e che, nel caso di colloqui con più persone, il colloquio senza vetro divisorio sarà limitato ai soli figli minori di anni 12, e non eccede- rà 1/ 6 della durata complessiva del colloquio».
A 12 anni, dunque, il figlio risulta “adulto” e il colloquio deve essere effettuato tramite vetro divisorio. Però prima della legge del 2009 che inasprì il regime speciale, la restrizione era diversa: c’era la possibilità di effettuare una parte del colloquio visivo con i figli minori di anni 16 senza il vetro divisorio, per tutelare l’esigenza di affettività dei bambini nei confronti del genitore detenuto e per evitare che riportassero conseguenze psicologiche negative dovute al prolungato distacco dalla figura genitoriale.
Ora però, quando il bambino raggiunge il dodicesimo anno di età, il colloquio avviene come il resto degli adulti: si svolge in un locale di solito molto piccolo, una sorta d’acquario col vetro divisorio fino al soffitto, telecamera, citofono per parlare con la madre o il padre detenuto. Poi ci sono le stanze senza vetro divisorio che servono per i dieci minuti di colloquio consentiti ai figli minori di 12 anni: non hanno il vetro fino al soffitto ma un bancone che consente il contatto fisico comunque sottoposto a videoregistrazione da parte di una telecamera.
Stando ai racconti tratti dal libro inchiesta sul 41 bis scritto a quattro mani dai radicali Sergio D’Elia e Maurizio Turco, in queste sale si verificano di solito le scene più penose: bambini in tenera età che - staccati dalla madre che non può accompagnarli - piangono, urlano, scappano dal padre che non hanno mai visto o non riconoscono più dopo tanti anni. Sono diffusi, infatti, i casi di figli minori di detenuti in 41 bis che sono sottoposti a trattamenti psicoterapeutici.
Nella terza parte dell’inchiesta sul 41 bis parleremo delle altre restrizioni per chi è sottoposto al 41 bis.
( 3 - CONTINUA)
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