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Hanno fatto alcune richieste per risolvere delle problematiche, ma nello stesso tempo hanno capito l’importanza del divieto dei colloqui visivi per evitare il contagio e hanno anche stigmatizzato la rivolta scorsa inscenata da alcuni di loro. Parliamo dei ristretti del carcere napoletano di Poggioreale. Mercoledì scorso il garante locale delle persone private della libertà Pietro Ioia, si è recato, accompagnato dalla sua collaboratrice Sarah Meraviglia, presso la casa circondariale “G. Salvia” di Napoli Poggioreale per incontrare il direttore dell’Istituto, Carlo Berdini, nonché i delegati dei detenuti per monitorare l’impatto e le ripercussioni dello stato d’emergenza sulle condizioni di vita e di salute dei detenuti. Durante le sette ore di colloqui, le delegazioni rappresentanti ciascuno degli undici reparti dell’istituto hanno portato all’attenzione del Garante le preoccupazioni della popolazione ristretta per l’emergenza sanitaria che tutti stanno vivendo in queste ore.
A tal proposito numerosissimi detenuti hanno richiesto a gran voce la possibilità di donare il proprio sangue, effettuare donazioni in danaro o contribuire alla fabbricazione di mascherine sanitarie. Inoltre hanno mostrato consapevolezza sulla necessità delle misure governative anti- contagio in seguito alle quali sono stati sospesi i colloqui con i familiari fino a data da destinarsi. Gli stessi hanno inoltre condannato l’uso improprio della forza da parte di quei detenuti che lo scorso 8 marzo hanno provocato tramite azioni violente danni da oltre un milione di euro. Ai detenuti è stata data la possibilità di continuare ad avere contatti con i propri cari attraverso due videochiamate a settimana della durata di 10- 15 minuti.
Tra le principali problematiche di cui si farà carico il Garante figura la questione relativa alla gestione della procedura che assicura il recapito ai familiari dei pacchi dei detenuti in uscita dall’istituto. Secondo quanto riportato da Ioia, il nuovo direttore Carlo Berdini si è dimostrato determinato nell’ascoltare le istanze e le preoccupazioni dei detenuti. Oltre a mettere in atto una serie di misure di prima necessità quali la fornitura di detergenti disinfettanti per l’igiene all’interno delle celle nonché l’acquisto di mascherine e di guanti per il personale della polizia penitenziaria ( potenziale vettore per il contagio avendo contatti costanti con l’esterno), la direzione ha reso possibile l’installazione di uno scanner termico all’ingresso dell’istituto, a tutela dei detenuti e di tutto il personale.
Il Garante intende altresì rassicurare i familiari dei detenuti circa l’espletamento all’interno della struttura dei protocolli Asl di contenimento del contagio ( come il triage per i nuovi giunti) nonché la predisposizione di un reparto intero attualmente non ospitante detenuti in vista di eventuali futuri casi di sospetto Coronavirus. Il Garante si unisce alla popolazione detenuta tutta nel rivolgere un appello alla Magistratura di Sorveglianza affinché vengano velocizzate le procedure per la concessione di misure alternative al fine di ridurre le presenze.