"Non ci sono alternative ai controlli" al valico del Brennero dell'Italia. Questa la posizione di Norbert Hofer, candidato vincitore del primo turno delle presidenziali austriache di domenica ed esponente di spicco della destra xenofoba dell'Fpoe. In una conferenza stampa Hofer ha spiegato che il fatto non lo rende felice ma si tratta di una mossa obbligata fino a quando non saranno rese sicure le frontiere esterne di Schengen: "A quel punto le misure temporanee potranno essere sospese di nuovo", ha spiegato riferito sia ai controlli al confine con l'Italia che a quelli decisi ieri con l'Ungheria. Hofer ha ottenuto al primo turno il 35,1% e dovrà vedersela al ballottaggio del 22 maggio con il verde Alexander Van der Bellen, che è giunto secondo con il 21,3%. Per la prima volta dalla nascita della Austria postbellica, nel 1945, il presidente non è espressione dei due partiti, i Popolari ed i Socialisti che si sono alternati al potere.  In Austria la presidenza è una carica formale acnhe se eletta direttamente dal popolo ed ha il potere di sciogliere il Parlamento cosa che nell'eventualità - al momento possibile ma non certa - di una sua vittora potrebbe fare per liquidare il governo dell'attuale cancelliere, il socialista Wernen Feymann, autore negli ultimi mesi di un giro di vite con i profughi proprio per tentare di arginare il successo dell'estrema destra. Sulla carta ha più chance di vittoria Van der Bellen. Anche in Austria si potrebbe ripetere una 'conventio ad excludendum' per fermare Hofer, facendo convergere sul candidato ambientalista i voti di tutti gli altri candidati delle formazioni di centro e di sinistra, come accadde nel 2002 in Francia con Jacques Chirac.