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Hassan Nasrallah, leader del gruppo libanese Hezbollah, condanna ancora una volta lo Stato ebraico. “I grandi crimini contro Gaza mostrano lo spirito brutale e senza limiti di Israele e mostrano la vera natura di questo regime”, ha affermato durante il suo discorso alla Nazione (il secondo dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre), trasmesso in diretta tv in occasione della Giornata dei Martiri. Nasrallah ha parlato di “crimini” che Israele sta compiendo “davanti agli occhi del mondo intero” e ha avvertito che “il tempo sta scadendo per l’entità sionista e per coloro che la sostengono”.
Il leader di Hezbollah ha puntato il dito anche contro gli Stati Uniti, elogiando la resistenza irachena e gli attacchi alle basi Usa, e ha mandato un messaggio a Washington: “Se volete che i fronti secondari finiscano, dovete cessare l’aggressione a Gaza”. “Aspettiamo la vittoria della Palestina e la sconfitta di Israele”, ha detto ancora Nasrallah, evidenziando che “va aumentata la pressione sul regime israeliano”.
Il mondo arabo riunito a Riad
A Riad, intanto, si è tenuto il vertice della Lega Araba e dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) sul conflitto in Medioriente. Tra i protagonisti principali della riunione il presidente iraniano Ebrahim Raisi, alla sua prima visita in Arabia Saudita da quando i due Paesi hanno concordato di ripristinare i legami a marzo con la mediazione della Cina. Per Raisi, arrivato a Riad indossando la tradizionale ‘kefiah’, c’è stato anche il primo incontro con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Il presidente iraniano ha condannato le azioni di Israele a Gaza, affermando che è necessario “attivare tutti gli strumenti necessari” per fermare la “macchina sionista che sta uccidendo le persone”.
Raisi ha anche formulato una serie di ‘proposte’, tra cui la richiesta affinché i governi islamici riconoscano l’esercito israeliano come “organizzazione terroristica”. Allo stesso tempo, Raisi ha chiesto un “tribunale internazionale per perseguire e punire i leader criminali sionisti e americani” per i loro “crimini contro l’umanità”. Da parte sua, il principe bin Salman ha chiesto “l’immediata cessazione delle operazioni militari a Gaza e il rilascio di tutti i prigionieri” e ha definito una “catastrofe umanitaria” quello che sta avvenendo a Gaza.
Al vertice era presente anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan secondo cui a Gaza non sono necessarie “pause” ma serve un “cessate il fuoco permanente”. Il leader di Ankara ha anche chiesto l’intervento dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), per avviare un’indagine sul possesso di armi nucleari da parte di Israele. Un “cessate il fuoco immediato e senza condizioni” è quanto chiesto dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, anche lui presente a Riad, come l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, che ha criticato il fatto che il “mondo” sia “rimasto inerme davanti alle bombe a Gaza”.
Anche per il re di Giordania, Abudllah, “non si può rimanere in silenzio su ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza”. Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, da Beirut, ha invitato i leader dei Paesi arabi riunitisi a Riad a concentrarsi “in primo luogo, sul fermare gli attacchi israeliani e il genocidio contro i palestinesi” e poi su un processo di pace che non sia costruito “sui bisogni di Israele” come avvenuto negli ultimi tre decenni.
L’appello all’Onu
Nella dichiarazione finale, il vertice congiunto arabo-islamico ha condannato “l’aggressione israeliana” e ha chiesto che venga fermato “l’assedio di Gaza” per permettere gli aiuti umanitari. Il vertice ha affermato che una “pace giusta, duratura e globale” è l’unico modo per garantire sicurezza e stabilità alla popolazione della regione e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di prendere una “decisione decisiva e vincolante” che imponga lo stop dell’aggressione.