«Nella scienza non si crede: o si capisce oppure non si capisce». Inizia così, il post di Beppe Grillo che ha fatto scatenare i suoi sostenitori sul web: il padre politico del Movimento 5 Stelle ha sottoscritto il Patto Trasversale per la Scienza, promosso dal virologo e sostenitore dell’importanza dei vaccini, Roberto Burioni sul suo sito contro le fake news, MedicalFacts. Sarà che Beppe Grillo ha sempre avuto il pallino di stupire, ma la sua decisione - nello stesso giorno in cui anche Matteo Renzi ( meno clamorosamente) ha sottoscritto il Patto - ha mandato in tilt la base grillina. Il Patto, infatti, impegna moralmente i firmatari a non «sostenere o tollerare in alcun modo forme di pseudoscienza e/ o di pseudomedicina che mettono a repentaglio la salute pubblica ( i. e., negazionimo dell’AIDS, anti- vaccinismo, terapie non basate sull’evidenza scientifica, etc.)». Parole perfettamente in linea con il pensiero di Burioni e della scienza ufficiale, decisamente meno con quello degli anti- vaccinisti e dei free- vax, che hanno trovato proprio nel Movimento 5 Stelle una casa politica. Invece, il fondatore pentastellato, che per anni ha sostenuto la linea scettica sull’utilità dei vaccini, oggi scrive che «Il progresso della scienza deve essere riconosciuto come un valore universale dell’umanità e non può essere negato o distorto per fini politici e/ o elettorali» . L’adesione del comico genovese è stata annunciata dallo stesso Burioni, attraverso il suo profilo Facebook: «Oggi è successa una cosa molto importante: Beppe Grillo e Matteo Renzi hanno sottoscritto ( insieme a molti altri), un patto a difesa della scienza. Perché ci si può dividere su tutto, ma una base comune deve esserci». Immediata, sempre attraverso i social, la reazione della base grillina. Sulla pagina Facebook di Grillo, gli antivaccinisti hanno manifestato il loro scontento per la brusca sterzata: «Che vergogna, vi siete rimangiati tutto», scrive un commentatore. «Questo è puro tradimento, mai più il mio voto dopo questo voltafaccia», aggiunge un’altra. E c’è anche chi ha la memoria lunga e rinfaccia a Grillo le sue parole durante gli show teatrali: «Ora che sei uscito allo scoperto devi rifare tutti i tuoi spettacoli e rimangiarti le parole contro i vaccini dal 1998 a questa parte... bene... hai firmato col pinocchio toscano e con il gommista che ha i copyright sui brevetti dei vaccini, complimenti». Molti, infine, minacciano l’addio al grillismo: «Da grillina superconvinta e battagliera fin dalla prima ora, non voglio credere a ciò che ho letto, e se non sei un troll come dice un senatore mio amico, sputo e saluto. il M5S finirà al 5% in questo modo. Addio». Del resto, il web ha la memoria lunga e da Youtube sono riemersi spezzoni di filmato con Grillo che, nel 2007 a Bologna ( poco dopo il primo Vaffa Day), parla di «truffa dei vaccini», chiamando in causa le case farmaceutiche. Nello stesso anno, sul suo blog, il comico ipotizzava legami tra vaccini e autismo: «Un bambino su 150 soffre di autismo. Venti anni fa solo uno su 2.000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all’inquinamento ambientale, alimentare e da vaccini e farmaci». Più recentemente, nel 2015, Grillo scriveva che «una vaccinazione di massa obbligatoria è un regalo alle multinazionali farmaceutiche», spiegando che «Bisogna ridurre al minimo l’obbligatorietà». Posizioni che avevano indignato la comunità scientifica ma infiammato gli scettici dei vaccini, contribuendo ad accrescere l’appeal del Movimento tra i no- vax.

Silenzi imbarazzati, invece, dalle rappresentanze parlamentari del Movimento. «No comment tutta la vita...», è la laconica risposta di Paola Taverna, la vicepresidente del Senato e ortodossa grillina, diventata famosa sul web per il suo “comizio” no- vax, in cui spiegava che «Io quando ero piccola, che poco poco c’avevo un cugino con una malattia esantematica, facevamo la processione a casa sua. Così tutti e sette i nipoti avevano la patologia. E se l’erano lavata dalle palle».

A gioire dell’insperata sponda, invece, è Matteo Renzi, che ha spiegato: «il professor Roberto Burioni mi ha proposto di firmare un documento sui vaccini e per la scienza. Mi ha detto: “Guarda, su questo documento forse portiamo anche Beppe Grillo. Sarebbe un grande passo in avanti, secondo me. Hai problemi nel caso a firmarlo insieme a lui?”. Certo che no. Se Grillo, i cinque Stelle, la maggioranza abbandonano le posizioni antiscientifiche e No Vax, io, da italiano, sono felice».

Politicamente, la scelta del fondatore pesa come un inatteso macigno sulle spalle della maggioranza grillina e della ministra della Sanità, Giulia Grillo. Dopo i clamorosi addii dei vertici dell’Istituto Superiore di Sanità, giustificati dall’ex presidente Walter Ricciardi per le «posizioni antiscientifiche» del ministero e le dichiarazioni non univoche della ministra, ora la questione vaccini torna a imporsi nel dibattito interno del Movimento. Grillo, tuttavia, è apparso isolato nella sua scelta in controtendenza: quasi nessuno, tra i pentastellati, ha appoggiato la scelta del comico. Del resto, la “coincidenza” della firma di Renzi ( orchestrata dallo stesso Burioni) non ha certo agevolato il rasserenarsi del clima su un tema che minaccia di diventare una lama a doppio taglio: da catalizzatore di voti a Caporetto di governo.