Il grande giorno è arrivato per Carlo d’Inghilterra. Oggi è stato ufficialmente incoronato sovrano britannico nell’abbazia di Westminster. La cerimonia iniziata alle 11, ora locale, è durata due ore, dopo l’arrivo dei reali in processione da Buckingham Palace. È stata una cerimonia, come prevede il protocollo, scandita da cinque momenti principali: il riconoscimento, il giuramento, l’unzione, l’investitura e l’incoronazione.

Re Carlo e la regina Camilla sono arrivati a bordo della “Diamond Jubilee State Coach” tirata da sei cavalli. È entrato dalla Porta Occidentale nell’abbazia di Westiminster, preceduto dai cortei rituali di dignitari e religiosi previsti dal cerimoniale. Il sovrano indossava un mantello di ermellino. Al’interno dell’abbazia c’è stata un processione con in testa Carlo e Camilla. Presenti anche William e Kate, il principe e la principessa del Galles, e il loro figlio maggiore, il principe George, che riveste il ruolo di uno dei quattro paggi d’onore del re e i nipotini di Camilla: Lola, Eliza, Gus, Louis e Freddy. La processione è stata accompagnata dalla musica, basata sul Salmo 122 e composta per l’incoronazione di Edoardo VII nel 1902, che include un grido latino di lunga vita a Carlo e lunga vita a Camilla.

«Sono qui per servire non per essere servito»: così re Carlo, ha risposto, secondo rituale, a un bambino del coro che si è rivolto a lui dicendo: «Vostra Maestà, come bambino del Regno di Dio la accogliamo nel nome del Re dei Re» (riferimento a Gesù Cristo). È stato quindi l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, officiante del rito, a introdurre la cerimonia religiosa con una breve preghiera in cui ha citato la fraternità cristiana e il sostegno reciproco tra i fedeli.

Il rito è stato presieduto dall'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa anglicana, che ha introdotto la cerimonia religiosa con una breve preghiera accompagnato a un appello alla fraternità cristiana, al sostegno reciproco tra i fedeli e tra tutte le persone di buona volontà: “Sua maestà, come figlio del Regno di Dio, vi accogliamo in nome del Re dei Re”

Alla cerimonia ha partecipato, per la prima volta dopo la Riforma della Chiesa anglicana di 500 anni fa, una delegazione vaticana guidata dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Con lui il nuovo nunzio apostolico in Gran Bretagna, l'arcivescovo Miguel Maury Buendìa. 

Il secondogenito di re Carlo III, il principe Harry senza la moglie Megan, e il fratello minore Andrea erano presenti, ma defilati. 

In chiesa c’erano i capi di Stato e di governo, oltre al gotha dell'aristocrazia mondiale. Per l'Italia il presidente Sergio Mattarella, con la figlia Laura, mentre gli Stati Uniti sono rappresentati dalla First Lady Jill Biden, insieme a Emmanuel Macron e sua moglie Brigitte e al presidente tedesco Franz-Walter Steinmeier. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si è detta onorata di rappresentare l'Unione Europea con Ursula von der Leyen e con Charles Michel. Dal Principato di Monaco, Alberto e Charlène, Frederik di Danimarca con la moglie Mary, Willem-Alexander d'Olanda con la regina Máxima, Felipe e Letizia di Spagna. Dal Giappone, invece, sono arrivati a Londra il principe Akihino, fratello dell'imperatore Naruhito ed erede al trono, con la moglie Kiko. Non mancano, inoltre, le famiglie reali di Bhutan, della Giordania, di Tonga e Thailandia, il re Maori della Nuova Zelanda e i rappresentanti delle ex case reali di Bulgaria, Romania e Grecia. Con loro i primi ministri degli attuali 15 regni del Commonwealth, tra cui il premier australiano, Anthony Albanese, il premier della Nuova Zelanda, Chris Hipkins, e quello canadese, Justin Trudeau. L’Iran non è stato invitato, così come Russia, Bielorussia, Myanmar, Afghanistan, Siria e Venezuela.

Tante le celebrity accomodatesi all'interno dell'Abbazia di Westminster: fra queste Katy Perry, Lionel Richie e Nick Cave, e l'attrice britannica Emma Thompson.

In mattinata a Trafalgar Square è stato arrestato Graham Smith, capo di Republic che protestava contro la monarchia. Stessa sorte è toccata a una ventina di ambientalisti del gruppo “Just Stop Oil”. Gli attivisti hanno accusato le forze dell'ordine di averli fermati solo perché "indossavano delle magliette" del gruppo.