FRASI CHOC DEL MEDICO E DELL’INFERMIERA. DUBBI ANCHE SULLA MORTE DEL PADRE

Un angelo della morte. Anzi, un Dio. Lorenzo Cazzaniga, viceprimario anestesista dell’ospedale di Saronno, secondo il pm si sentiva così. Onnipotente, legittimato a decidere la vita e la morte per puro piacere. Un piacere che condivideva con la sua compagna, Laura Taroni, infermiera 40enne, che per coltivare quell’amore malato, secondo il gip di Busto Arsizio, Luca Labianca, avrebbe fatto fuori suo marito e sua madre. E non escludeva l’idea di mandare al creatore anche i propri figli.

I due sono stati ammanettati su ordine della procura con accuse pesantissime: avrebbero volontariamente procurato la morte di diversi pazienti, con il cosiddetto “ protocollo Cazzaniga”. A loro veniva sottoposto un cocktail di farmaci, la sua « eutanasia » , come la chiamava lui al telefono con l’amante. Ma non si tratta di morte dolce: è « omicidio volontario » . E quello strano “ Dio” ne sarebbe stato pienamente cosciente. « Con questo paziente dispiego le mie ali dell’angelo della morte » , diceva ai colleghi di fronte alla vittima prescelta. Ma non solo. Per rendere tutto più credibile, per non lasciare traccia, era necessario far sparire il corpo. Renderlo non esaminabile. Così optavano per la cremazione: lo avrebbero fatto con Massimo Guerra, 46 anni, marito della donna, ammazzato di farmaci di cui non avrebbe mai avuto bisogno e poi ridotto in cenere. Perché era un ostacolo per stare col suo angelo della morte, perché « beveva, la trattava male, andava a prostitute » . Lo avrebbero convinto di avere il diabete, imbottendolo di farmaci, versati anche nel caffè o mescolati al pesto, « assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino a condurlo alla morte » . Lo avrebbero fatto con la madre di lei, Maria Clerici, che rifiutava la relazione tra Cazzaniga e Taroni.

Era quasi un gioco, una rivalsa su tutti. Se dovevano vendicarsi di qualcuno, se dovevano saziare rancori covati per anni. E poi ne traevano piacere. « Ogni tanto ho voglia di uccidere qualcuno » , diceva Laura Taroni. Una passione confidata perfino a suo figlio di soli 11 anni, al quale spiegava tutte le furbizie per non farsi scoprire. « L’omicidio perfetto è l’omicidio farmacologico » , spiega. E poi bisogna cremare il corpo. Perché così « non possono trovare nessuna prova » .

Un piano perfetto che col marito avrebbe funzionato alla perfezione, tanto da meritare i complimenti dal “ Dio” Cazzaniga. « Tu hai avuto un’eccellente idea » , le dice. Il sospetto della procura, che lo scorso anno ha iniziato a indagare su quelle morti tra il 2012 e il 2013 all’ospedale di Saronno, è che la tecnica sia stata utilizzata anche per il suocero e uno zio del marito, precipitato in una vasca di liquami nell’azienda agricola Regina di Lomazzo.

Avrebbe pensato di adottarlo anche con i figli. « Tu somigli a tuo padre e ti ammazzerò » , dice a uno di loro. Un’idea presentata come prova d’amore per il suo amante. « Se vuoi ammazzo anche i miei figli, per te lo faccio » , dice. Ma Cazzaniga, per fortuna, evita di arrivare a tanto. « No, loro no » , risponde. Gli investigatori hanno requisito tutti i documenti relativi alle morti registrate in ospedale durante i turni di Cazzaniga, compresa quella del padre. Ci sono Angelo Lauria, 69 anni, malato di tumore, il primo ad andarsene, con una dose di Propofol cinque volte superiore al dovuto. Giuseppe Pancrazio Vergani, 71 anni, malato di parkinson: per lui morfina, in quantità dieci volte superiore. Stessa “ cura” per Luigia Lattuada, 77 anni, affetta da tumore, e Antonino Isgrò, 93 anni, arrivato con un femore rotto e mai più tornato a casa.

In molti in quell’ospedale sapevano della fine che Cazzaniga avrebbe fatto fare ai suoi pazienti. Ma solo un’infermiera segnalò le morti sospette, innescando un’inchiesta interna. La commissione stilò una relazione chiarissima che, però, non sortì alcune effetto. Il pm Cristina Ria ha perciò iscritto nel registro degli indagati altre dodici persone, tra le quali 11 medici, accusati a vario titolo di omessa denuncia, favoreggiamento personale e falso ideologico.

IL PM CRISTINA RIA HA ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI ALTRE 12 PERSONE, TRA LE QUALI 11 MEDICI, ACCUSATI A VARIO TITOLO DI OMESSA DENUNCIA, FAVOREGGIAMENTO PERSONALE E FALSO IDEOLOGICO

SIMONA MUSCO