L’Egitto è riuscito a mediare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza fra Israele e Hamas, dopo due giorni di scontri in cui sono stati uccisi quattro israeliani e 31 palestinesi, tra cui due donne incinte e due bambini piccoli. Ma se c’è una cosa su cui i due antagonisti sono d’accordo è che si tratta solo di una tregua, mentre la situazione generale resta esplosiva.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha avvertito che la campagna di Gaza non è finita: «Negli ultimi due giorni abbiamo colpito Hamas e la Jihad islamica, attaccando più di 350 obiettivi, i loro leader e i loro terroristi e distruggendo le basi dei terroristi», ha detto Netanyahu. E il capo di Stato maggiore israeliano, Aviv Kohavi, ha lanciato un avvertimento: le forze armate dello Stato ebraico ( Idf) continueranno a colpire la Striscia di Gaza se necessario.

«I terroristi che operano nella Striscia di Gaza che si nascondono tra i civili hanno assistito alla forza dell'Idf e del nostro sistema difensivo. Le forze armate continueranno a colpire con forza, come richiesto, dovunque sia necessario», ha assicurato. Subito ha replicato Hamas. «Le parole di Netanyahu sono ridicole, la resistenza è riuscita a dissuadere l'esercito israeliano. Il nostro messaggio è che questo round è finito, ma il conflitto non finirà sino a quando non avremo ottenuto i nostri diritti', ha dichiarato un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri.

Se Israele non revocherà il blocco imposto da anni alla Striscia di Gaza, il prossimo round di violenze al confine è solo una questione di tempo, è il pensiero del movimento islamico palestinese.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha subito chiesto la «massima moderazione» nonché l' «immediata distensione» dopo l'escalation delle ostilità tra Israele e gruppi armati a Gaza ( oltre Hamas anche Jihad Islamica). Guterres ha condannato «con la massima fermezza il lancio di razzi da parte di Gaza su Israele, in particolare contro i centri di popolazione civile», e allo stesso tempo, il numero uno dell'Onu «chiama tutte le parti» a tornare «agli accordi degli ultimi mesi».

Secondo l'ambasciatore Israeliano in Italia, Ofer Sachs «è necessario lavorare tutti insieme anche Italia, Europa e Stati Uniti per creare un'alternativa sulla striscia di Gaza. Per tutti coloro che vivono a Gaza e nelle vicinanze perché abbiamo il dovere di dare loro un futuro migliore» . Gli scontri erano iniziati nel fine settimana ( 21 palestinesi e 4 israeliani morti) con un intenso lancio di razzi ( alla fine sono stati centinaia) da parte di miliziani palestinesi nella Striscia di gaza verso le vicine città israeliane.

Il sistema antimissile Dome ne ha intercettati la maggior parte, ma stavolta molti non solo sono passati ma hanno anche raggiunto obiettivi civili, provocando diversi feriti e quattro morti. A sua volta Israele si è impegnato in azioni mirate contro leader delle milizie palestinesi ( uno dei bersagli più importanti colpiti sarebbe l’uomo che gestisce il passaggio di fondi fra Iran e Hamas) e in massicci bombardamenti contro 350 obiettivi di diverso genere.

Sulle vittime palestinesi più dolorose ( due donne incinte e due bambini piccoli) c’è stato un rimpallo di responsabilità fra le due parti in conflitto. Prima della tregua si è arrivati al punto che da più parti si è temuto lo scaturire di una nuova guerra aperta.