Al via il Pride da Piazza Vittorio a Roma. Il corteo è stato organizzato dallassociazione Roma Pride, che comprende tante realtà tra le quali Famiglie arcobaleno, Circolo Mario Mieli, Agedo e Libellula. Bandiere arcobaleno, mascherine rainbow e una folla che chiede a gran voce il riconoscimento dei propri diritti e lapprovazione immediata del Ddl Zan. Tra i movimenti più attivi quello delle "Famiglie Arcobaleno". «Siamo finalmente qui - dichiara un rappresentate del movimento allAdnKronos -. Dopo due anni si ritorna al Pride in piazza. Questo è un momento particolare perché noi, come movimento, chiediamo lapprovazione immediata del Ddl Zan. Per noi di Famiglie Arcobaleno è fondamentale che si riparli della situazione dei nostri figli, e chiediamo il riconoscimento dei nostri figli alla nascita. Noi siamo genitori in coppia gay o lesbiche e molto spesso solo uno è il genitore legale, e laltro non viene riconosciuto. Chiediamo che i nostri figli abbiano due genitori pienamente riconosciuti». A portare il sostegno alla manifestazione anche personaggi della politica come la Madrina delle unioni civili Monica Cirinnà, Massimiliano Smeriglio, i candidati sindaco Roberto Gualtieri e Carlo Calenda, Imma Battaglia. Tra le bandiere arcobaleno spiccano anche slogan pro Ddl Zan e contro il Vaticano che nei giorni scorsi si è pronunciato contro lapprovazione della legge di contrasto allomofobia. Una critica che per gli organizzatori è «caduta a fagiolo» per dare ancora più spinta alla partecipazione di questo appuntamento. Il corteo si concluderà a piazza della Repubblica. «Oggi torno in piazza, a Roma, per il Pride, e con il cuore ad Ancona, Faenza, LAquila, Martina Franca e Milano. Assieme a tantissime persone che, con i loro corpi, gridano una presenza che è fisica e politica al tempo stesso. E una sola parola: diritti, senza aggettivi. Perché i diritti sono la vita delle persone: libertà, uguaglianza e giustizia sono racchiuse in questa parola», ha dichiarato Cirinnà. «Oggi ricordiamo che cè una comunità che attende presto, prestissimo, lapprovazione del ddl Zan: e la attende per sé, ma anche per lintero paese. Una comunità plurale, troppo spesso offesa, che chiede riconoscimento, protezione e pari dignità. Aiutiamo il Paese a fare questo passo avanti, resistendo a ogni ingerenza. Aiutiamo la politica ad avere coraggio». AllArco della Pace, per levento conclusivo della Pride week milanese sta andando in scena una «manifestazione bellissima, una piazza piena di giovani e giovanissimi che chiedono finalmente allItalia che venga riconosciuta la libertà di tutti i cittadini», ha affermato il deputato e Alessandro Zan dal palco dellevento arcobaleno. «Noi siamo un paese dellUnione europea che ancora non si è dotato di una legge contro i crimini di odio. Questo è molto grave - ha detto parlando del ddl che porta la sua firma - . Stiamo parlando di violenza, di discriminazione, di bullismo. Come ha fatto notare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha aggiunto - se qualcuno viene discriminato per la propria condizione personale, cioè solo perché esiste, allora questo è un problema di violazione dei principi di uguaglianza. Ecco perché lItalia deve decidere se stare con i paesi più avanzati che tutelano i propri cittadini o scivolare rovinosamente verso quei paesi come lUngheria e la Polonia che stanno smantellando le libertà individuali e democratiche. LItalia - ha aggiunto Zan - deve decidere di stare dalla parte dei diritti e non dalla parte delle discriminazioni». «La legge è stata approvata alla Camera a larga maggioranza anche con parlamentari liberali del centrodestra. Se gli stessi partiti che lhanno votata alla camera mantengono limpegno e la votano al Senato la legge passa con un buon margine», ha affermato a margine del Milano Pride il parlamentare del Pd, Alessandro Zan, che ha dato il nome al disegno di legge contro lomotransfobia. «Se qualcuno invece intende sfilarsi per qualche ragione e non credo sarà così, allora se ne assumerà le proprie responsabilità. Però io sono convinto e fiducioso che questa volta ce la faremo perché il Paese è dalla parte dei diritti e la politica e le istituzioni non possono essere sorde di fronte a una necessità che il paese chiede a gran voce».