Per la sua prima volta nella sede di Fratelli d'Italia in Via della Scrofa, ex quartier generale di Alleanza Nazionale, dove non si era mai recato neppure quando Gianfranco Fini era suo vicepremier, Giorgia Meloni, la premier in pectore, lo attende nell’atrio per dargli il benvenuto.

Rimarcando anche nell’immagine plastica, ad uso e consumo dei media, un segno di rispetto nei confronti di Silvio Berlusconi, il fondatore del centrodestra. Arrivare, dopo il forte scontro, alla pax siglata durante l’incontro vis a vis, dove solo loro due erano presenti, che porterà, come si afferma in una nota congiunta, alla delegazione unitaria del centrodestra al Colle, non è stato semplice. Decisivo sembra sia stato l’intervento dei figli del leader azzurro Piersilvio (amministratore delegato di Mediaset) e Marina (presidente di Fininvest e del Gruppo Mondadori). Quest’ultima in particolare ha un’influenza molto forte, narrano gli esegeti del mondo di Arcore, sul padre, non solo per il naturale rapporto filiale di affetto, ma anche perché dopo la scomparsa di mamma Rosa, vera stella polare per il Cav, la figlia, una delle top manager più quotate a livello internazionale, sarebbe ora per il presidente di Forza Italia anche un po’ come una madre, oltre che una figlia.

Questo non significa che Berlusconi non faccia poi sempre di testa sua. Lo ha fatto del resto anche con la madre che all’inizio lo sconsigliò come tutti gli amici della ristretta cerchia azzurra di scendere in campo. E ora, al di là delle versioni ufficiali, tra chi conosce bene l’indole del Cav, c’è chi sostiene che il duro scontro con Meloni, compresi quegli appunti lasciati in Senato ai quali la presidente di FdI ha reagito molto duramente, sia stato in realtà determinato da un gioco al rialzo per il ruolo di FI nella squadra di governo. Una reazione di Berlusconi al forte smacco subìto al Senato, con i voti aggiuntivi di aree delle opposizioni che hanno reso irrilevanti i no a Ignazio La Russa venuti da FI, ad eccezione dei sì dello stesso Cav e di Elisabetta Alberti Casellati, da parte di colui che si è sempre definito un imprenditore prima che politico. Certamente un grande outsider le cui reazioni non sono ancora oggi, dopo 28 anni, inquadrabili in quelle della politica classica.

Quando discese in campo comunque era già sulla soglia dei sessant’anni. E questo spiega anche perché a 86 anni l’ex 4 volte premier non abbia alcuna intenzione di mollare. Perché sa bene che Forza Italia, piaccia o no, è lui stesso. E per quell’ 8 per cento e passa lo stesso eterno sfidante Matteo Renzi si è complimentato, definendolo, un Highlander. Berlusconi non è più il cinquanta- sessantenne d’assalto di 28 anni fa, e in Forza Italia ci sono scontri e polemiche. Ma quei no tattici a Ignazio La Russa, poi vanificati dal “soccorso” di parti delle opposizioni, sembra che non siano per niente sfuggiti al suo controllo. E sembra che il Cav non sia stato entusiasta del fatto che il neoeletto senatore Gianfranco Micciché, dominus azzurro in Sicilia, eletto anche all’assemblea dell’Ars, non si sia accorto di quell’ “aiuto” esterno che stava per arrivare al neopresidente del Senato.

Questo non significa che Berlusconi abbandoni il suo fedelissimo, così come la senatrice Licia Ronzulli che potrebbe oggi proporre come presidente del gruppo al Senato, dopo che sul suo nome nella squadra di governo c’è stato il veto di FdI da cui è partita tutta la polemica, ieri ricucita con la premier in pectore. Pax siglata anche da una foto opportunità di “Giorgia” e “Silvio” postata sui social.

Per la Camera, invece, sembra si vada verso la riconferma di Paolo Barelli, molto vicino al vicepresidente e coordinatore di FI Antonio Tajani, sempre in pole per gli Esteri, che le cronache avevano dato un po’ in freddo nei giorni scorsi con Ronzulli per la trattativa sulla squadra di governo. Ma poi è intervenuto l’incontro «di massima cordialità e collaborazione» tra Meloni e Berlusconi a distendere il clima anche dentro FI. Nella rosa di Berlusconi per il governo sarebbero oltre a Tajani, Casellati, Cattaneo, Pichetto Fratin, Annamaria Bernini, capogruppo uscente a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri. E sui capigruppo potrebbero esserci novità a seconda degli incastri con la composizione della squadra di governo.