Dopo la rinuncia del conservatore Boris Johnson alla corsa per Downing Street, arriva un nuovo, clamoroso passo indietro nel fronte pro-Brexit: il leader euroscettico Nigel Farage, grande protagonista dell'uscita di Londra dall'Ue, ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni dalla guida dell'Ukip. "La vittoria del Leave nel referendum significa che la mia ambizione politica è stata raggiunta. Mi sono gettato in questa mischia perchè volevo che fossimo una nazione sovrana, non per diventare un politico di carriera", ha spiegato Farage nel corso di una conferenza stampa a Londra. "Sento di aver fatto la mia parte, non potrei ottenere di più". "Il mio scopo nella politica era portare la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea", ha proseguito il 52enne numero uno dell'Ukip. "Durante la campagna del referendum ho detto che volevo indietro il mio Paese. Oggi vi dico che rivoglio indietro la mia vita". Escludendo di ricandidarsi come parlamentare europeo, Farage ha quindi annunciato il suo "sostegno" nei confronti del nuovo leader dell'Ukip, anche se non ha indicato preferenze sui 'papabilì. "Sia l'uomo o la donna migliore a vincere", si è limitato a osservare con qualche freddezza.Guidare l'Ukip è stata "dura a volte" ma "ne è valsa la pena", ha confessato, affermando che la Gran Bretagna ha ora bisogno di un "premier pro-Brexit". Farage ha quindi assicurato che "seguirà come un falco il processo di ri-negoziazione a Bruxelles" e, nel congedarsi, ha sottolineato che "sotterrerà l'ascia di guerra con chiunque". Un riferimento nemmeno troppo implicito al collega e rivale di partito (e unico parlamentare britannico dell'Ukip) Douglas Carswell, che non ha caso a twittato uno smiley proprio mentre il 'grande capò annunciava le sue dimissioni. I due avevano litigato più volte sulla gestione della campagna pro-Brexit e Carswell, pur riconoscendo a Farage di aver "avuto un ruolo" nella vittoria al referendum, ha detto alla Bbc che la sua uscita di scena rappresenta "una grande opportunità" per il partito. La pensano allo stesso modo anche altri analisti e giornalisti. "Non fate festa per la dimissioni di Farage. L'Ukip potrebbe diventare una minaccia molto più grande per i seggi del Labour al nord", avverte su Twitter Owen Jones del Guardian. "Se l'Ukip lo sostituirà con qualcuno meno polarizzante e con un appeal maggiore, sia i laburisti che i conservatori avranno bei grattacapi", commenta il docente di politica, Rob Ford. Debora Orr, sempre del Guardian, dà infine voce al pensiero generale, almeno degli osservatori dal Continente: "di tutti coloro che hanno architettato la Brexit, praticamente ne rimangono pochissimi in campo per affrontare la crisi che hanno provocato".