PHOTO
Sostenitori Houthi durante una manifestazione contro gli Stati Uniti e contro Israele a Sanaa
Almeno 19 persone sono morte e circa 40 sono rimaste ferite nella notte a causa dell’esplosione di un deposito di armi del gruppo filo-iraniano Houthi nella zona di Sarif, nel distretto di Bani Hishish, a nord-est di Sana’a, capitale dello Yemen. La notizia è stata riportata da fonti locali all’emittente "Al Arabiya", che riferisce di un incendio durato circa due ore e che ha causato gravi danni a strutture, negozi e abitazioni nei quartieri vicini.
Secondo quanto riferito, alcuni “proiettili” generati dall’esplosione hanno colpito aree circostanti, aggravando il bilancio delle vittime e provocando ulteriori devastazioni. Il deposito, gestito da forze vicine agli Houthi, conteneva armamenti sensibili e si trovava in una zona densamente abitata.
L’incidente si inserisce in un contesto diplomatico già teso. Solo pochi giorni fa, il 6 maggio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato un cessate il fuoco e la sospensione dei raid aerei contro obiettivi Houthi. Una decisione che ha sollevato critiche da parte del governo israeliano.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha dichiarato che Tel Aviv non era stata informata in anticipo della decisione americana, mentre il ministro della Difesa Yisrael Katz ha ribadito che Israele “risponderà con forza” a qualsiasi attacco da parte dei ribelli yemeniti. Gli Houthi, dal canto loro, hanno chiarito che Israele è “fuori dal cessate il fuoco” e non coinvolto nei termini dell’intesa con Washington.