La Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ha espresso forte preoccupazione per le pressioni esercitate sulla Corte costituzionale dell’Ecuador, dopo che il massimo organo giuridico ha sospeso in via provvisoria alcuni articoli di tre leggi su sicurezza, intelligence e trasparenza.

La misura, adottata lo scorso 4 agosto, non rappresenta un giudizio di merito ma serve a prevenire possibili violazioni dei diritti fondamentali e a salvaguardare la supremazia della Costituzione.

La decisione ha scatenato critiche da parte delle istituzioni: la ministra del Governo, il presidente dell’Assemblea e rappresentanti delle forze armate e della polizia hanno definito “allarmante” lo stop a strumenti ritenuti cruciali per contrastare la criminalità organizzata. Il presidente della Repubblica ha addirittura convocato una manifestazione contro la Corte a Quito e proposto un referendum per sottoporre i magistrati al giudizio politico.

La posizione della Cidh

Per la Cidh, queste prese di posizione pubbliche costituiscono un attacco diretto all’indipendenza del potere giudiziario, con il rischio di compromettere anche la sicurezza personale dei giudici costituzionali. Le pressioni istituzionali, unite a un ambiente digitale ostile, minacciano l’autonomia necessaria all’amministrazione della giustizia senza interferenze. La Commissione ha ricordato che la separazione dei poteri è un pilastro della democrazia e ha esortato lo Stato ecuadoriano a garantire la libertà d’azione della Corte costituzionale, tutelando l’integrità fisica e la sicurezza dei magistrati e dei loro collaboratori.