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Dopo l’inchiesta del Congresso sull’assalto al Capitol Hill, dopo l’indagine del Fbi sul “furto” di documenti riservati, ora Donald Trump deve far fronte a nuove pesanti accuse: secondo la procura di New York l’ex presidente, assieme a i tre figli Ivanka, Eric e Donald Jr, avrebbe sistematicamente alterato il valore di diversi immobili appartenenti alla Trump Organization, truffando banche, assicurazioni e lo stesso Stato di New York. La general attorney Letitia James si dice sicura della sua inchiesta citando «milioni di pagine di documenti e duecento casi di frode». Secca la replica del tycoon che parla di «caccia alle streghe» prima di scagliarsi contro la stessa procuratrice James: «Mi perseguita perché è una razzista!». Non siamo in grado di entrare nel merito delle inchieste che lo riguardano, ma di certo non si era mai visto un ex presidente degli Stati Uniti avere così tanti guai con la giustizia. E il sospetto che nei suoi confronti ci sia un’attenzione speciale è alimentato dalle parole della stessa James che in conferenza stampa ha tuonato: «Nessuno è al di sopra della legge, arte degli affari non significa arte del furto». La biografia della procuratrice sembra in tal senso corroborare il sospetto di una parzialità di giudizio: ex avvocata e attivista per i diritti civili, James è infatti una militante di lungo corso del partito democratico per il quale ha anche tentato di candidarsi alla poltrona di governatore di New York. Anche se oltreoceano sceriffi e procuratori vengono eletti direttamente dal popolo e hanno una connotazione “politica”, le sbandierate simpatie dem della procuratrice forniscono a Trump più di un argomento per denunciare la faziosità della sua accusatrice. Peraltro il dipartimento di giustizia aveva sollecitato tutti i procuratori federali a sospendere i procedimenti giudiziari nei confronti di personalità politiche negli ultimi due mesi della campagna elettorale per non influenzare il voto di mid term. Pur non essendo candidato per un seggio il tycoon è infatti il leader incontrastato del partito repubblicano e, al momento, l’unico candidato per le elezioni presidenziali del 2024.