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Chen-Ning Yang, tra i più influenti fisici teorici del Novecento e premio Nobel per la Fisica nel 1957, è morto oggi a Pechino all’età di 103 anni. La notizia è stata annunciata dall’Università Tsinghua, dove Yang ha insegnato per oltre vent’anni dopo il suo rientro in Cina dagli Stati Uniti, come riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Le sue teorie hanno ridefinito la comprensione delle leggi fondamentali della natura e ispirato generazioni di scienziati.
Nato il 1° ottobre 1922 a Hefei, nella provincia dell’Anhui, Yang completò gli studi durante la guerra sino-giapponese, laureandosi a Kunming. Negli anni Quaranta si trasferì negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio per l’Università di Chicago, dove studiò con il premio Nobel Enrico Fermi. In quel periodo maturò la decisione di dedicarsi alla fisica teorica, convinto che la sua vocazione fosse l’elaborazione concettuale piuttosto che la sperimentazione.
Nel 1957 ricevette il premio Nobel insieme al collega Tsung-Dao Lee per la scoperta della non conservazione della parità nelle interazioni deboli, che demolì una convinzione radicata della fisica: quella secondo cui le leggi naturali sono simmetriche rispetto allo specchio. L’ipotesi di Yang e Lee fu confermata sperimentalmente da Chien-Shiung Wu, in un celebre esperimento sul decadimento beta del cobalto-60.
Tre anni prima, nel 1954, Yang aveva già posto un’altra pietra miliare della fisica moderna insieme a Robert Mills: la teoria di Yang-Mills, una teoria di gauge non abeliana che è diventata uno dei pilastri del Modello Standard, la struttura teorica che descrive le particelle elementari e le loro interazioni. La sua formulazione matematica, inizialmente astratta, si rivelò essenziale per l’unificazione delle forze fondamentali della natura e per lo sviluppo della fisica delle alte energie.
Dopo una lunga carriera negli Stati Uniti — tra Princeton e la Stony Brook University, dove fondò l’Institute for Theoretical Physics — Yang tornò in Cina alla fine degli anni Novanta, accettando una cattedra all’Università Tsinghua. Qui si dedicò alla formazione di nuove generazioni di fisici e alla promozione degli scambi scientifici internazionali. Nel 2015 rinunciò alla cittadinanza statunitense per riacquistare quella cinese.
Nel corso della sua vita ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la National Medal of Science (1986) e l’Albert Einstein Commemorative Award (1957). Sposato due volte, ebbe tre figli dalla prima moglie, Chih Li Tu. Dopo la sua morte, nel 2003, si risposò con Weng Fan, che definì “la mia ultima benedizione”.