È morta a 85 anni la stilista Marta Marzotto. Ne dà notizia la nipote, la giornalista Beatrice Borromeo, con un post su twitter nel quale scrive "Ciao nonita mia". Musa di Renato Guttuso, al quale fece da modella per diverse opere, Marta Marzotto era nata a Reggio Emilia nel 1931. Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, nel 1954 sposa il conte UmbertoMarzotto dal quale ha cinque figli. Tra questi Paola, nata nel 1955 emadre di Beatrice Borromeo.Donna con uno stile tutto suo nel vestire, parlare, raccontare, sempre bello e originale, modella,musa ispiratrice di Guttuso che scrisse per lei la frase "sei il mio miele, il mio sangue, il mio respiro, il mio amore". Marta Vacondio Marzotto, nata a Reggio Emilia il 24 febbario 1931 era la figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina. Ha vissuto i primi anni a Mortara, in Lomellina, iniziato a lavorare giovanissima proprio come mondina. Da lì è iniziata la storia: apprendista sarta e poi, grazie al fisico che le dava ragione, modella di successo presso la sartoria delle sorelle Aguzzi, di Milano. Proprio nell'ambiente della moda, all'inizio degli anni cinquanta, conosce il conte Umberto Marzotto, vicentino di Valdagno, comproprietario con altri fratelli dell'omonima industria tessile e dopo due anni di fidanzamento, il 18 dicembre 1954 si sposa. Nascono 5 figli. Dalla fine degli anni sessanta è la figura femminile dominante nella pittura e nella vita privata di Renato Guttuso che dopo averla conosciuta nel salotto dei Marchi a Milano, la rappresenta in molte opere come nella serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste (pubblicate dalla casa editrice Archinto nel volume Le Cartoline di Renato Guttuso). Il rapporto tra i due cessa improvvisamente dopo circa venti anni. Animatrice di salotti, stilista e disegnatrice di gioielli, il 21 marzo 2006 Marta Marzotto viene condannata in primo grado dal Tribunale di Varese a otto mesi di carcere col beneficio della condizionale e ad 800 euro di multa, perchè responsabile di aver riprodotto nel 2000, senza averne titolo, alcune opere in suo possesso, tra cui diversi quadri che la ritraggono, oltre a 700 serigrafie del pittore Renato Guttuso, i cui diritti legalmente sarebbero spettati al figlio. Nel 2011 i giudici hanno dato ragione alla Marzotto e allo stampatore, Paolo Paoli, perchè il fatto non costituisce reato. Nel 2000 viene nominata cittadina onoraria in segno di lotta alla camorra a Trentola Ducenta, Villa Literno, Santa Maria La Fossa, Lusciano, San Cipriano, Casal di Principe, Casapesenna, San Marcellino, Grazzanise, Castelvolturno, San Tammaro, Frignano, Casaluce, Villa di Briano e Casapulla. I suoi grandi amori: il Conte Marzotto, il pittore Guttuso e Lucio Magri. Ma "essere nonna è molto più divertente, ai miei nipoti insegno la libertà" aveva dichiarato in una recente intervista. "Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre", ripensando alla morte della figlia Annalisa per una malattia. E sulla sua età, sul tempo che passava tagliava corto: "Io no ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci". Se ne èandata nella riservatezza dopo una breve malattia circondata da tutta la bella e numerosa famiglia.LA CONTROVERSA EREDITA' DI GUTTUSOUna lunga vicenda giudiziaria, iniziata il18 gennaio 1987 quando moriva a Roma Renato Guttuso, quella che diviseil figlio adottivo del pittore siciliano, Fabio Carapezza, e MartaMarzotto, scomparsa oggi a 85 anni. Una vicenda legata all'ereditàdell'artista, del quale Marta Marzotto fu musa, modella e amante, chesi è conclusa solo nel 2001 con il pronunciamento della Cassazione afavore di Fabio Carapezza, cui negli anni la magistratura aveva sempredato ragione.Era un giovane funzionario del ministero degli Interni quando Guttuso,gravemente malato e prostrato dall'improvvisa morte della moglieMimise Dotti, lo aveva adottato nell'ottobre 1986 e, sul letto dimorte, lo aveva designato suo erede legittimo. Quella di Carapezza fuun'adozione lampo (tutto, dall'istanza alla sentenza, si svolse nelsolo mese d'ottobre al Tribunale di Roma) dichiarata senz'ombre daaltri giudici che hanno rigettato le denunce dei nipoti Dotti.All'epoca dell'adozione Carapezza aveva 32 anni. Marta Marzotto non ha mai dimenticato come fu emarginatada Palazzo del Grillo, casa-studio a Roma del pittore, nei giornidell'agonia di Guttuso e della sua improvvisa conversione. Inoltre,nel febbraio 2006, Marzotto è stata accusata dalla magistratura diVarese di aver realizzato in concorso con lo stampatore, Paolo Paoli,senza l'autorizzazione dell'erede legittimo dell'artista, FabioCarapezza Guttuso, 700 copie di opere che il pittore siciliano leaveva regalato negli anni del loro grande amore. E questo è solol'ultimo processo della serie.Senza il consenso dell'erede di Guttuso, infatti, Marta Marzotto avevafatto incollare sul retro delle opere una sorta di personaleautentica: si trattava della fotocopia di una lettera autografa diGuttuso, datata 'Roma 23 settembre 1986', con la quale l'artistaautorizzava l'ex contessa a riprodurre le sue opere, in diversimateriali (carta, ceramica etc.) per lo scopo che lei avrebbe ritenutoopportuno. Guttuso però, all'improvviso, poche settimane dopo, adottòCarapezza e lo nominò suo erede. La lettera, inoltre, non essendostata autenticata da un notaio non aveva nessun valore legale. Il 16aprile 2002 la Cassazione ha, infatti, confermato le pronunce delTribunale e della Corte d'Appello di Milano: Fabio Carapezza Guttuso èil solo titolare dell'eredità Guttuso.