Condividiamo le sue idee, ma Rita Bernardini resta ineleggibile. È la posizione dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle dell'Abruzzo. Per i grillini l'ossessione giustizialista non si ferma neppure davanti ai radicali e alle loro disobbedienze civili. Le «condanne riportate dalla Bernardini» rappresentano un ostacolo insormontabile. «Anche se le battaglie portate avanti dall'ex segretaria di Radicali italiani sono condivisibili, Rita è, e resta, ineleggibile, in un'ottica di legalità a cui questo Paese dovrebbe costantemente ambire», hanno aggiunto i pentastellati. «Le sentenze, anche se relative ad atti di disobbedienza civile finalizzati ad affermare valori di principio condivisibili, sono un fattore determinante da cui non si può prescindere».E pensare che la candidatura alla carica di Garante dei detenuti è in ballo ormai da un tempo spropositato. «Il presidente della Regione Luciano D'Alfonso la prospettò a Marco Pannella già nell'estate del 2015», ricorda la diretta interessata. «Dopo la pubblicazione del bando l'abbiamo depositata e da allora è trascorso più di un anno». La questione sollevata dai grillini risale alle vecchie lotte radicali e a fatti "fatti di rilievo penale" che arrivano fino al 2014. L'ex parlamentare affiancò Marco Pannella in alcune azioni dimostrative, finalizzate a promuovere anche in Italia la legalizzazione della coltivazione di canapa a scopo terapeutico e a facilitare l'accesso ai farmaci. I radicali chiedono da sempre l'applicazione di una legge nazionale. Ma finora hanno ottenuto soltanto denunce.«Non si tratta di un giudizio legato alla persona, che è stata sostenuta in alcune battaglie anche dal M5S - hanno ribadito i grillini -, ma mera tutela del ruolo che la Bernardini andrebbe a ricoprire. Ruolo finalizzato e ispirato anche alla rieducazione dei detenuti e ciò ci sembra inconciliabile con il presupposto di aver ignorato una legge vigente». Come tradizione, dai pentastellati non arrivano aperture né segnali di elasticità. «Non possono ammettersi deroghe al rispetto della legge. Ci pare un controsenso insuperabile. Speriamo che Rita Bernardini comprenda la nostra posizione che non è certo contro di lei», hanno concluso i consiglieri abbruzzesi, per i quali il casellario giudiziale viene prima di tutto. Questo "precedente", che pure fa riferimento a una nobile causa, la estromette di fatto dalla corsa alla carica. La diretta interessata non nasconde la propria amarezza: «Grandi personalità hanno disobbedito alle leggi per affermarne di nuove, rispettose dei diritti umani e della ragionevolezza. Le posizioni dei cinquestelle mi sembrano un po' contradditorie, soprattutto perché hanno ribadito recentemente a più riprese di volersi ispirare a Gandhi, che aveva fatto della disobbedienza civile e della nonviolenza una bandiera. Non credo che il Movimento nel suo complesso sia d'accordo». Da Rita Bernardini arriva anche una sfida: «Considerato che le candidature sono una ventina, da mesi chiedo una convergenza su un altro nome. Un garante va scelto, a maggioranza qualificata. Se l'accordo non si trova evidentemente sono spaccati all'interno».