IRAN IL MEDICO DI ORIGINE SVEDESE È ACCUSATO DI SPIONAGGIO

«L’esecuzione del medico irano- svedese Ahmadreza Djalali è stata nuovamente rimandata. Continuiamo a fare pressione fino a quando non sarà liberato». Lo ha annunciato su Twitter Amnesty Italia, confermando quanto dichiarato ad Aki- Adnkronos International dalla moglie del medico iraniano- svedese condannato a morte in Iran e che in passato aveva lavorato come ricercatore presso il Centro di Medicina dei Disastri ( Crimedim) dell’Università del Piemonte Orientale. «E ancora in isolamento nel carcere di Evin», a Teheran, e la sua esecuzione «non è prevista domani», aveva assicurato Vida Mehrannia dopo aver parlato con l’avvocato di Djalali a Teheran. «Non abbiamo altre informazioni oltre al fatto che l’isolamento è stato prorogato», aveva aggiunto Mehrannia.

«Non è detto che ogni volta che l’esecuzione di Ahmadreza Djalali non ha luogo, questo significhi automaticamente un miglioramento della situazione» . Lo ha sottolineato all’AGI il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ribadendo l’appello a «continuare con le pressioni diplomatiche e dell’opinione pubblica, che evidentemente qualche risultato lo hanno dato».

L’esecuzione capitale del medico svedese- iraniano - accusato di spionaggio e per cui è partita una vasta campagna di mobilitazione che ha coinvolto anche le cancellerie europee - è stata rimandata nei giorni scorsi, ma senza che le autorità della Repubblica islamica abbiano fissato una data. «L’allerta continua», ha aggiunto Noury, spiegando che obiettivo delle pressioni internazionali su Teheran è «arrivare nel più breve tempo possibile a un annullamento di questa esecuzione».

Djalali è stato per anni ricercatore al Centro di ricerca sulla medicina dei disastri dell’Università del Piemonte Orientale di Novara, dove i suoi colleghi si sono uniti alla campagna per la sua salvezza.

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